Il nome Remedy farà subito venire l’acquolina nelle cavità orali di taluni, memori dei tanti capolavori che l’azienda finlandese ci ha donato. Vogliamo scomodare Max Payne? Ci basta parlare di Alan Wake? Remedy ha sempre sperimentato, sia meccanicamente che a livello di sceneggiatura. Il “Bullet Time” del buon Max è ancora modernissimo, così come la storyline dietro Alan Wake è tuttora una delle meglio riuscite dell’industria. Poi venne Quantum Break, titolo a metà fra una fiction ed un videogame: un titolo accolto in modo non particolarmente entusiastico, seppur sia tutt’oggi uno dei videogame più sperimentali degli ultimi anni.
Ma, chi più, chi meno, ognuna delle succitate produzioni condivideva qualcosa di tanto semplice quanto sostanziale con l’altro: l’oscurità di fondo, il mistero, il vuoto. In sostanza, Control ha alle sue spalle uno dei brand storici della produzione ludica: riuscirà a portare sulle sue giovani clavicole cotanto gravoso retaggio?
Federal Bureau of Control
Control è, di base, uno sparatutto in terza persona dal sapore visibilmente action. Il gioco ci farà impersonare Jesse Faden, nuovo direttore della Federal Bureau of Control, agenzia governativa fittizia con sede a New York il cui compito è controllare e tamponare eventuali minacce di carattere paranormale, intervenendo con particolari strumenti e poteri speciali, che sembrano esser posseduti da molti dei membri dell’azienda. La nostra eroina, ben presto, si troverà a fare i conti proprio con una “presenza transumana”, Il Sibilo. Ed è proprio questo il lavoro dell’Agenzia: evitare che le presenze soprannaturali prendano il controllo del nostro mondo. Ma, nel caso del Sibilo, queste entità ultraterrene sono riuscite a prender possesso dell’intero edificio della Federal Bureau, trasformando le persone al loro interno o in succubi dei loro poteri, oppure costringendoli in una sorta di stasi. La situazione, com’è lecito attendersi, è disperata e la nostra eroina sarà inevitabilmente implicata nella sua completa risoluzione (o forse no?).
La prima, grande caratteristica che contraddistinguerà Control è la cupa e opprimente atmosfera: l’intera linea narrativa, non scontata e che ci darà più di un’occasione in cui riflettere, si tufferà appieno in un buio torrente fatto di vite strappate, fenomeni inspiegabili e oscurità, il tutto condito da un gameplay action piuttosto convincente. Ed è proprio in questo senso che è analizzabile l’ultima fatica di Remedy: Control riesce dove in tanti hanno fallito (come ad esempio Quantum Break, di cui Control potrebbe essere una naturale evoluzione), ovvero nell’unire meccaniche di gioco semplici, fluide e divertenti, con una trama avvincente e per nulla scontata. L’intera campagna di gioco si svolgerà proprio all’interno dell’Oldest House, l’edificio che ospita il quartier generale dell’agenzia. La linea narrativa sarà suddivisa da una trama principale, missioni secondarie in linea di massima interessanti e che espandono la sceneggiatura principale. In più, avremo anche la possibilità di completare missioni “random” che avranno un tempo limite e obbiettivi specifici, in una sorta di single player che si “abbevera” alla stessa fonte dei multiplayer.
In netta contrapposizione con il passato, Control risulterà più “complicato” delle scorse produzioni di Remedy: fatta eccezione per Alan Wake, da cui Control eredita non solo la cupa disperazione ma anche l’urgenza dell’esplorazione, la nuova fatica dello studio finlandese sembra muoversi verso lidi più open world. Infatti, la mappa sarà piuttosto vasta e suddivisa in vari livelli dove, al contempo, troveremo NPC, quest secondarie e, soprattutto, oggetti da poter raccogliere. In linea di massima, il ritmo complessivo di gioco sarà scandito da alcuni classici “clichè” del genere action, quali porte chiuse che necessitano una chiave, passaggi bloccati che richiederanno l’utilizzo di un particolare poter per poterli attraversare ecc. Naturalmente, oltre al far “fuoco” costantemente, la nostra eroina avrà dei poteri soprannaturali che potrà utilizzare: in sostanza, potremo controllare diversi “oggetti del potere”, sorta di crocevia per apprendere nuove abilità che andranno da capacità telecinetiche alla possibilità di effettuare doppi salti.
Com’è lecito attendersi, completando quest e abbattendo nemici di vario tipo, otterremo punti da spendere per potenziare la nostra alter-ego, oltre che materiali con cui potremo procedere all’upgrade delle armi a nostra disposizione. Ma se il gioco è strutturalmente valido e avvincente, Control non è esente da difetti: il primo è una certa rigidità dei controli, soprattutto per quanto concerne le fasi shooting. Un difetto che, tuttavia, è marginale rispetto alla capacità del gioco di sorprenderci grazie ad una fisica complessiva eccellente e che ci farà sentire davvero “potenti”. Ad esempio, la nostra arma principale, chiamata semplicemente “Arma di Servizio”, sarà all’inizio una “semplice” pistola, ma potrà evolversi radicalmente divenendo, ad esempio, un potente fucile a pompa o una sorta di pistola laser. La nostra eroina potrà equipaggiare due “forme” diverse d’armi con annesse tre mod diverse, le quali ci forniranno degli specifici vantaggi.
Hello darkness my old friend…
Esteticamente, come già più volte detto, Control è buio, positivamente disperato e in grado di ben rappresentare la disperazione e il soprannaturale. Un ottimo lavoro è stato fatto per quanto concerne l’uso delle luci, i dettagli ambientali e i modelli poligonali, che tuttavia saranno quelli tendenzialmente meno soddisfacenti. Ma ad un indubbio valore estetico, si aggiunge una condizione complessiva di programmazione non particolarmente performante su Xbox One X: ad esempio, capiterà spesso di assistere ad una certa lentezza complessiva. Ad esempio, nel caricamento della mappa. Oppure, nel respawn ad un checkpoint, assisteremo ad un notevole calo di frame nei primissimi secondi in cui “riappariremo”. Cali di frame i quali saranno altresì un problema nelle situazioni più concitate, quando ci saranno più nemici ad apparire sullo schermo. In generale, nonostante siano problemi evidenti e presenti, inficeranno in modo relativo un’esperienza di gioco sicuramente valida e apprezzabile.
Concludendo…
Control è, probabilmente, il naturale step evolutivo del mondo di congegnare videogame di Remedy. Un gameplay veloce e profondo, una storia “assurda” e cupa, tanto da giocare ed esplorare, rendono il titolo sicuramente pregevole e uno dei migliori action in terza persona sul mercato. Unico neo, alcuni problemi di stampo tecnico che minano in modo minore il gameplay complessivo.