BENVENUTI A RACCOON CITY…

Ai profani questa città non dirà nulla: potrebbe essere un posticino come un altro. Ma per i giocatori amanti del terrore, del brivido e dell’azione pura, Raccoon City significa paura, morte e armi batteriologiche…la residenza del male. Resident evil non rappresenta solo una delle saghe più importanti nella storia videoludica ma anche l’ evouluzione di un genere (iniziato un po’ prima con Alone in the dark): il survival horror, che Capcom concepisce nel lontano 1996 con l’uscita del primo capitolo della saga su psx. Lo scopo del gioco era guidare i protagonisti attraverso le locazioni inquietanti e claustrofobiche dell’avventura, scoprirne i segreti risolvendo rompicapi e abbattendo gli abomini in agguato pronti a divorare le loro carni. In poche parole riusire ad arrivare vivi fuori dalla villa prima di essere sbranati da zombie, cani mutanti, corvi assassini e creature modificate a livello genetico. Il tutto sapientemente condito da una grafica prerendizzata, tanto cinematografica da dare l’impressione di essere intrappolati in un film horror di Romero (al quale “papà” Shinji Mikami si ispirò per la creazione del gioco)! Fu un successo senza precedenti: uno dopo l’altro uscirono numerosi seguiti, conversioni, prequel, spin off, remake, senza contare tre film (il prossimo progetto cinematografico sarà un film in CG conosciuto come Degeneration), libri e fumetti. Capite che stiamo parlando di un fenomeno mediatico cosi intenso e fertile da brillare quanto il fenomeno Tomb raider, che è tutto dire. Adesso il mondo attende con ansia il quinto capitolo, il primo di nuova generazione che sconvolgerà gli appassionati affamati di azione e brivido. Ma in questa sede voglio riportarvi alle origini del male, tra le mura della maestosa e terribile magione in cui tutto ebbe inizio (anche se il capitolo zero, che fa da prequel, aggiunge colpi di scena alla storia)!E quale miglior modo se non parlandovi del remake del primo capitolo ed esclusiva assoluta Nintendo Gamecube?! Reggetevi forte..entriamo!!!

ORRORE AL CUBO..

Intorno al 2000 Capcom e Nintendo stipulano un accordo: la saga di Resident evil (conosciuta nella terra del Sol Levante con il nome di Biohazard) diventa esclusiva Gamecube; tra i progetti in corso sono inclusi lo sviluppo dei seguiti ed il rifacimento dei vecchi capitoli della saga. Finalmente nel 2002 arriva sugli scaffali Resident evil (che in America acquisisce il sottotitolo di Rebirth)!Quello che i fan si aspettano è ovviamente un remake del primo indimenticabile e storico capitolo. Ma lo è solo inizialmente. La trama è identica a quella del capostipite; non molto lontano dalla ridente cittadina di Raccoon city arrivano numerose segnalazioni da parte degli abitanti circa aggressioni da parte di…mostri e intere famiglie uccise. Per intervenire il dipartimento di polizia di Raccoon invia uno dei due team della squadra speciale S.T.A.R.S., il B.R.A.V.O. Team, ad investigare(da qui le premesse per quello che sarà il capitolo zero della saga) ma poco dopo se ne perdono misteriosamente le tracce. Il secondo team denominato A.L.F.A. si precipita sul posto a far luce sulla situazione ignaro di cosa lo attendesse. Nel bel mezzo di una fitta foresta i soldati si imbattono in voraci cani affamati di carne che li attaccano. L’unica speranza è rifugiarsi nella villa, apparentemente, abbandonata a due passi da loro. Una volta entrati non troveranno solo i corpi mutilati dei loro compagni e amici ma…qualcosa di peggio! Morti viventi che si aggirano per i corridoi bui della magione, stormi di corvi in agguato per avventarsi sui malcapitati, creature assassine partorite da anni di esperimenti genetici progettati dalla Umbrella Corporation, una multinazionale casa farmaceutica che, all’insaputa del governo, crea armi batteriologiche per scopi militari. La loro ultima scoperta è il T-virus: capace di tramutare i morti in zombie e in alcuni casi avvia nel corpo ospite un processo di mutazione genetica a livello cellulare. Questo virus è così potente e pericoloso che presto gli stessi scienziati ne perdono il controllo, con risultati catastrofici che danno vita a un vero incubo a occhi aperti per i protagonisti della nostra storia: Chris Redfield e Jill Valentine.
A noi il compito di condurli sani e salvi da questo orrore!

REALISMO DA PAURA

Terminato il video iniziale (i video in CG sono i migliori di tutta la saga) e preso il controllo di uno dei due protagonisti disponibili, le nostre mascelle cadono a terra: la grafica, anche se prerendizzata, dà nuova linfa vitale allo stesso incubo che abbiamo affrontato nel 1996. La stessa sala, la stessa scalinata ma…adesso tutto lo splendore di un tempo gira a 128bit e la definizione è unica!!! Armati di pistola e coltello cominciamo l’avventura consapevoli di sapere cosa ci attende, consapevoli che le stanze sono le stesse del titolo originale che abbiamo giocato mille volte, conoscendo a memoria tutte le locazioni ma…ecco che compaiono degli elementi nuovi, una porta che non ci dovrebbe essere, un corridoio che non ricordiamo…un personaggio mai incontrato nel gioco a noi tanto familiare…!! E sul più bello ci rendiamo conto che quel burlone di Mikami ci ha preso in giro con tanto di pernacchia: Rebirth non è proprio un remake, ma un ispirazione al capitolo originale che spiazza il giocatore che si ritrova di fronte un titolo nuovo, che lo culla dolcemente in una piacevole sensazione di deja_vu. Il gioco spinge al massimo dei limiti i chip grafici del piccolo gamecube; la raffinatezza visiva abbonda in ogni suo pixel e tende al fotorealismo; effetti di luce e ombra fanno rabbrividire, la luce dei lampi che filtra attraverso le finestre della magione ricorda pellicole cinematografiche horror. Oggetti di arredamento come colonne, vasi, piatti, tutto è curato nei minimi dettagli. Non siamo entrati in un videogioco ma nel peggiore degli incubi: siamo soli e al buio, la nostra unica speranza è il bagliore delle candele e qualche lampada ancora funzionante, queste le uniche fonti di illuminazione, che ci permettono di proseguire e guardare in faccia gli orrori che ci assalgono, nella notte tempestosa in cui si svolge l’azione del gioco. Il lavoro di redesign è impeccabile grazie alla resa degli scenari ultradefiniti; una bellezza cosi sontuosa che nel 1996 potevamo solo sognare. I modelli poligonali dei protagonisti e dei nemici hanno un livello di dettaglio ottimo sia nei movimenti che nelle animazioni. Ma la perfezione del dettaglio si riscontra nella magnificenza di ambientazioni uniche come la sala che contiene la vasca degli squali (i terribili Neptune) in cui l’acqua è resa così bene che vien voglia di immergersi dentro…peccato che ci siano gli squali(i cui modelli poligonali..beh..vi faranno tremare)!! Le locazioni esterne come i giardini della magione o le caverne risvegliano paure nascoste, come quella del buio e delle ombre. L’effetto di movimento dell’erba alta che si agita sotto la luce lunare lascia incantati quanto la naturalezza delle cascate e delle pozze d’acqua sul terreno. Perdervi ad ammirare le ambientazioni mentre siete accerchiati dagli zombie e…capiterà spesso, ve lo assicuro!!

COS’ERA QUEL RUMORE LAGGIU’..

Il comparto sonoro rappresenta il fiore all’occhiello della saga Capcom e per l’occasione le stesse note che ci hanno terrorizzato in passato tornano a farci compagnia e lo fanno in grande stile.Tutti i pezzi sono stati riarrangiati con l’aggiunta di qualcosa di nuovo. Note di un pianoforte ci cullano durante l’esplorazione, archi di violino ci sussurrano all’orecchio come se volessero avvisarci che il pericolo è dietro l’angolo. E nelle fasi più concitate come la fuga dai mostri o i combattimenti le musiche si fanno intense e colme di pathos regalandoci una sensazione di paura mai provata. Gli stessi versi delle creature sono cambiati: gli zombie adesso emettono suoni che sembrano usciti dall’inferno, il ringhiare dei cani drizza i peli del braccio, l’ansia e il terrore si alternano a sensazioni piacevoli come lo scorrere dell’acqua o l’effetto del vento ma..sono solo attimi interrotti all’improvviso da urla e boati terrificanti.

.. Perché NON MUORI??

Il gameplay di Rebirth mescola tradizione a innovazione: le azioni sono quasi le stesse del passato: si cammina, si corre, si spara con gli stessi identici tasti. Le inquadrature sono rigorosamente fisse e il modello poligonale può solo girare su se stesso ma nessuna telecamera ruoterà attorno a lui (le rivoluzioni di Re4 sono ancora lontane)!
Ecco una delle novità: gli zombie una volta abbattuti cadranno a terra ma…non spariranno!!! Nel gioco vi imbatterete in taniche di cherosene che combinate con l’accendino vi daranno la possibilità di carbonizzare gli zombie sdraiati a terra (ma come sappiamo i morti non dormono…fanno solo finta). Potete anche non farlo ma sappiate che poco dopo si risveglieranno e non più con l’aria stanca e biascicata! Infatti cominceranno a correre velocemente, vi inseguiranno, apriranno le porte per stanarvi e vi infliggeranno colpi con le braccia e le fauci fameliche!!! Ma il buon vecchio colpo mirato alla testa è ancora efficace! Un’altra novità sono le armi di difesa: disseminati per il gioco troverete pugnali, granate e pistole elettriche che verranno usate automaticamente dal protagonista durante un attacco, avendo cosi la possibilità di fuggire o sparare a dovuta distanza. Ancora una volta le munizioni scarseggeranno e la capienza del vostro inventario sarà ridotta all’osso. Frustrante? Forse..ma anche strategico: il gioco vi obbliga alla saggezza e alla sopravvivenza, alla moderazione e al risparmio necessario. Ai momenti di azione pure si alterneranno fughe disperate per i corridoi. Se sputerete piombo in ogni momento i vostri minuti di vita a villa Spencer saranno contati in quanto il livello di difficoltà anche se non altissimo come nell’episodio originale vi costringerà a pensarci due volte prima di entrare in una stanza piena di hunter “coccoloni” e fare piazza pulita!!! Bisognerà fare delle scelte e non solo per sopravvivere ma anche per completare i ben 12 finali presenti nel gioco. A seconda delle azioni che intraprenderete si verificheranno situazioni diverse. Fattore questo che stimola la rigiocabilità. Ricordiamo che una volta terminata l’avventura con un personaggio, potrete riviverla con l’altro, coglierne il suo punto di vista e dare un senso di completezza alla storia. Se invece siete attaccati al vostro eroe potete sbloccare i costumi disponibili per lui e magari, già che ci siete, le armi extra, come un potentissimo lanciarazzi che renderà l’avventura una passeggiata al parco, ma allo stesso tempo diminuirà il punteggio totale a chi piace il gioco facile. Per chi invece predilige la fatica ci sono tante modalità segrete, sbloccabili solo superando i livelli di difficoltà più alti come “vero survival”o “uno zombie pericoloso” e “nemici invisibili”!!!Chi più ne ha che ne metta. La longevità complessiva è piuttosto alta e vi terrà incollati allo schermo per parecchio tempo!

Ma fa ancora tanta paura?

In conclusione rimane una domanda che tutti i giocatori e soprattutto i fan sfegatati della serie si pongono: vale la pena rigiocare un classico resuscitato e tirato a lucido?? La mia risposta è: “Dipende dalla passione”. In quanto Rebirth oltre alle novità si porta dietro anche i difetti dell’originale: i caricamenti (anche se brevissimi) quando apriamo le porte, i movimenti a tratti macchinosi, le telecamere fisse che a volte vi inganneranno e finirete tra le braccia di uno zombie troppo affettuoso, l’inventario limitato e l’andirivieni da una locazione all’altra (causa gli enigmi che richiedono la solita chiave per aprire la solita porta lontana anni luce da voi)! Inoltre la già citata difficoltà anche nella modalità semplice vi darà filo da torcere in alcune fasi di gioco. Questi sono i difetti ma anche di pregi ce ne sono parecchi (e avrete modo di constatare)! Anzitutto la piacevole sensazione di ritorno al passato pur consapevoli che stiamo affrontando un’avventura quasi nuova, la grafica splendida e realistica, una trama insuperabile(per la prima volta i sottotitoli sono in italiano) condita di novità, risvolti, personaggi nuovi e colpi di scena, un comparto sonoro da restare svegli la notte e infine tutto il terrore ma allo stesso tempo il divertimento che un survival horror può dare, ed essendone Resident evil il fautore beh..non giocando a Rebirth non si potrà mai avere la completezza del significato che la saga vuol dare al giocatore: avere paura! E Rebirth di paura ne fa tanta: una paura antica tornata in vita, risvegliata dal suo lungo torpore, pronta stregare il giocatore, pronta a spiazzare il veterano della saga ma allo stesso tempo far impallidire il profano che si avvicina per la prima volta ad un capolavoro Biohazard! C’è solo un motivo per non giocare a Rebirth: la fifa. Chi non sopporta mostri, sangue e salti improvvisi dalla sedia si può tenere alla larga da questo poderoso titolo Capcom. Per tutti gli altri bhè…le porte di villa Spencer si riaprono per accogliervi ancora una volta…ma…ne uscirete???!

Conclusioni

C’è solo un motivo per non giocare a Rebirth: la fifa. Chi non sopporta mostri, sangue e salti improvvisi dalla sedia si può tenere alla larga da questo poderoso titolo Capcom. Per tutti gli altri bhè…le porte di villa Spencer si riaprono per accogliervi ancora una volta…ma…ne uscirete???!

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