Un vecchio modo di dire recitava: “Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse”… In questa sede voglio permettermi di aggiungere una terza verità universale, andando a modificare come segue il famoso detto: “Al mondo di sicuro ci sono solo la morte, le tasse e il fatto che Rockstar Games non sbagli un colpo”.
Si è già parlato in lungo e in largo di Red Dead Redemption 2, il videogame che sta collezionando perfect score in giro per il mondo e che viene definito come Game of the Year sin dall’annuncio della sua data d’uscita. D’altronde, il colosso statunitense ha l’innato talento di sviluppare titoli capaci di catalizzare l’intera attenzione della community videoludica (e non solo) e di far parlare di sé per diversi anni. Gli immensi profitti generati dall’immortale GTA V avrebbero portato una qualsiasi altra software house ad adagiarsi sugli allori e continuare a mungere la grassa vacca del dollaro facile, magari continuando a spingere sul multiplayer e aggiungendo una bella modalità battle royale che tanto va di moda ultimamente. Invece no, non è questo il modus operandi di Rockstar Games che ha cominciato ad investire in un progetto dalle proporzioni bibliche avviato 8 anni fa come Red Dead Redemption 2, scuotendo dalle fondamenta l’industria videoludica e centrando con grande maestria l’obbiettivo prefissatosi. Oggi, il genere degli open world ha un nuovo punto di riferimento, un capolavoro che rimarrà meritatamente sulla cresta dell’onda per i prossimi anni: Red Dead Redemption 2. Ecco a voi la nostra recensione, buona lettura.
C’era un volta il West
Red Dead Redemption 2 è ambientato 11 anni prima rispetto a Red Dead Redemption e narra le vicende di Arthur Morgan, membro della famigerata banda di Dutch Van der Linde che abbiamo imparato a conoscere nel capitolo precedente. Dopo un colpo andato male la banda si ritrova a fuggire in un freddo territorio ostile, inseguita dagli uomini di legge ansiosi di mettere un cappio intorno al collo di Dutch e soci. Una volta trovato rifugio in un vecchio villaggio minerario, il nostro compito sarà quello di rimettere in sesto la banda e partire verso terre più accoglienti ed abitabili, allontanandosi sempre più dal vecchio e selvaggio (e amato) West. Il prologo di Red Dead Redemption 2 è semplicemente maestoso e immette di prepotenza il giocatore in un contesto precario e costantemente in bilico tra la vita e la morte, condizioni queste che saranno palpabili dall’inizio alla fine dell’avventura. Con eccellente maestria cinematografica Rockstar ci fa vivere una gran bella storia, matura, ricca di pathos, momenti inaspettati e fortemente focalizzata nel mostrare i rapporti tra i personaggi. Regia e sceneggiatura sono al top e tale qualità nella scrittura si palesa in dialoghi curatissimi e nella creazione di personaggi vivi e caratterizzati impeccabilmente, basteranno infatti poche ore di gioco per aver chiaro un quadro completo su buona parte dei comprimari che attraverso la loro spiccata personalità vi rimarranno impressi, grazie al loro essere così “umani”.
Non si può ovviamente non dedicare un intero paragrafo all’imponente protagonista dell’avventura: Arthur Morgan. Arthur raccoglie la pesante eredità lasciata dal’eroe del precedente capitolo, John Marston, ed entra di diritto tra i migliori protagonisti di questa generazione di videogames, stiamo infatti parlando di un personaggio cinico, disgustato dalla vita e dall’umanità ma fedelissimo alle persone a lui care, non è un cattivo (ma sa essere estremamente crudele) ma nemmeno un buono (anche se dimostra più volte di avere un cuore sotto quell’aria da burbero criminale). Arthur è un uomo ferito, con un passato difficile e alla costante ricerca di una sorta di realizzazione personale, continuamente rimandata per un motivo X, scommetto che un po’ tutti ci siamo ritrovati una situazione simile almeno una volta nella vita, no?
La trama principale di Red Dead Redemption 2 ha un ritmo lento e compassato che potrebbe spiazzare i giocatori alla ricerca di una storia unicamente improntata sull’azione, il gioco ha dei tempi ben definiti ed è caratterizzato da una quantità spasmodica di dialoghi (si parla di mezzo milione di linee di dialogo registrate) e da interminabili cavalcate. Si tratta di un videogame da giocare senza fretta, in modo da assaporare al meglio l’esperienza di gioco, se non avete a disposizione almeno un’ora di tempo, non prendetevi nemmeno la briga di accendere la console poiché il tempo trascorso nel selvaggio West di Red Dead Redemption 2 vola e viverlo spezzettato in brevi sessioni di gioco equivale a follia pura. A proposito di ore di gioco, per portare a termine la spettacolare campagna principale saranno necessarie circa 50 ore che potrebbero addirittura raddoppiare nel caso in cui voleste completare al 100% l’avventura. In pieno stile Rockstar, non mancano critiche più o meno velate alla società americana: la guerra, la caccia indiscriminata, il razzismo, l’ignoranza sono soltanto alcune delle tematiche trattate con eccellente maestria da Dan Houser e dal team di sviluppo.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che trama e personaggi siano di pregevolissima fattura ma vogliamo parlare della superba ambientazione ricreata da Rockstar Games? Oltre ad essere bellissima da vedere l’America del 1899 messa in piedi dal team di sviluppo è estremamente viva, realistica e offre uno spaccato della società americana di fine Ottocento incredibilmente curato nei particolari che raffigura un mondo in procinto di morire al cospetto dell’inevitabile progresso socio-culturale ma ancora fortemente ancorato alla brutalità e all’arretratezza del passato. Fin da subito rimarrete ammaliati dall’incredibile e vastissimo mondo di gioco, una perla da vivere ed esplorare a tutto tondo.
Open world, come non mai
Red Dead Redemption 2 non si discosta più di tanto dalla formula vincente che abbiamo potuto apprezzare nel suo predecessore o nei GTA in generale. Il giocatore è catapultato in un vastissimo mondo aperto, le missioni sono segnate sulla mappa e sta al giocatore scegliere in che modo avanzare durante la campagna. Le eccellenti ed esaltanti missioni principali sono affiancate da missioni secondarie di tutto rispetto, esse sono attivabili interagendo con vari personaggi in giro per il mondo di gioco, dai nostri compagni di banda a dei bizzarri sconosciuti (indicati da un grosso punto interrogativo sulla mappa) pronti ad affidarci compiti fuori di testa, il tutto sempre accompagnato da una scrittura di situazioni e personaggi curata che non lascia nulla al caso. Come se non bastasse, girovagando si potrà avere a che fare con incontri casuali di ogni tipo, ce ne sono capitati di tutti i colori: un cacciatore rimasto con la gamba bloccata in una trappola da caccia, un contadino bisognoso di aiuto dopo essere stato morso da un serpente velenoso, una donna rimasta a terra col proprio cavallo stramazzato al suolo, persino un solitario tizio accampato intento ad ubriacarsi e semplicemente bisognoso di un po’ di compagnia ecc… Aiutando questi sfortunati individui potremo accrescere il nostro livello di onore, portandoci ad avere piccoli vantaggi come degli sconti nei negozi ma state attenti poiché un’indifesa donzella urlante in difficoltà potrebbe essere semplicemente un’esca per tendervi un’imboscata e rapinarvi! Potrete comunque abbandonare le vesti del buon cittadino e comportarvi da perfetti e spietati criminali, in questo caso però dovrete prestare attenzione a non farvi beccare o vi ritroverete con delle succulente taglie sulla testa. Succede di tutto nello splendido mondo creato da Rockstar Games e le sorprese sono sempre dietro l’angolo, anche dopo 50 ore di gioco. In un periodo storico in cui gli open world fanno a gara a chi ce l’ha più grosso (il mondo di gioco, ovviamente) Red Dead Redemption 2 non solo propone una mappa enorme ma la rende estremamente viva e ricca di interazioni.
Il vero punto di forza di questa colossale produzione è che svolgere anche le più semplici attività secondarie è talmente piacevole e stimolante che verrà naturale portarle a termine, anche al costo di mettere momentaneamente da parte la roboante campagna principale. Andare a caccia, scovare dei ricercati per consegnarli alla giustizia, aiutare gli sconosciuti, giocare a poker, rapinare banche, treni e abitazioni sono delle attività che svolgerete di buon grado semplicemente perché sono ben realizzate, qui non esistono punti esperienza necessari a livellare, si parla di un mondo di gioco pulsante, credibile e dannatamente appagante da esplorare. Il tutto trova riscontro nel rinnovato sistema di interazione coi personaggi, adesso più naturale e meno statico: tenendo premuto il grilletto sinistro mentre si sta osservando qualcuno (attenti a non avere armi equipaggiate però) appariranno una serie di azioni che Morgan potrà compiere come salutare, minacciare, rapinare, calmare una situazione particolarmente tesa, colpire, fingere la resa o interrogare l’interlocutore di turno. Il tutto senza stacchi o cambi di inquadratura e accompagnato da un’intelligenza artificiale degli NPC che reagisce in maniera veritiera e imprevedibile.
Anche caccia e pesca assumono un ruolo di rilievo nell’economia di gioco, in Red Dead Redemption 2 sono presenti centinaia di animali diversi che una volta uccisi e spellati (con un’animazione alquanto brutale e realistica) conferiranno risorse essenziali per il potenziamento dell’equipaggiamento di Arthur e dell’accampamento della banda. Ovviamente la selvaggina procuratasi sarà utile anche a sfamare il protagonista e i suoi compagni, a tal proposito sappiate che è presente una sorta di sistema di personalizzazione basato sul vostro stile di vita (virtuale) che andrà ad influire su determinate caratteristiche di Arthur. Il protagonista potrà ingrassare o dimagrire influenzando così parametri come la vitalità e la resistenza, se già vi sta tornando alla mente il CJ obeso di GTA San Andreas frenate un attimo le vostre fantasie, la fisicità di Arthur non cambia in maniera così irreale e giocosa. Chiude il quadro della personalizzazione fisica la possibilità di cambiare stile di barba e capelli e la notevolissima varietà di capi d’abbigliamento indossabili.
I cavalli (non) sono persone orribili
Buona parte delle vostre ore di gioco in Red Dead Redemption 2 le passerete in sella al vostro destriero. I cavalli non ricoprono il semplice ruolo di mezzo di trasporto ma con essi abbiamo la possibilità di instaurare un vero e proprio rapporto di fiducia che una volta accresciuto migliorerà le prestazioni dell’adorabile bestia, andando a sbloccare particolari azioni speciali ed aumentando i livelli di resistenza e vitalità. Inoltre, maggiore sarà il livello di intesa e maggiore sarà la distanza dalla quale potremo richiamare il nostro destriero che comunque non potrà mai raggiungervi da solo se lasciato troppo indietro. Dimenticate quindi cavalli che si teletrasportano alla vostra posizione e non pensate nemmeno di poter far arrampicare e saltellare il vostro compagno d’avventura ovunque, la gestione del cavallo è infatti molto realistica e abbiamo scoperto a caro prezzo che i cavalli in Red Dead Redemption 2 non scalano pareti rocciose in stile Skyrim e in seguito ad una brutta caduta potreste ritrovarvi costretti a sopprimere il malcapitato animale. Tale realismo trova riscontro anche sui movimenti di Arthur che dovrà stare attento a dove mette i piedi per non rischiare di lasciarci le penne. Sono presenti decine di razze equine, diversificate dall’aspetto estetico, dal carattere e dalle prestazioni e potremo acquistarli presso le stalle, rubarli ad altri individui o cercare di domare quelli selvaggi (attenti, scalciano come dei dannati). Soltanto quando si cavalca seguendo un determinato NPC si può attivare una sorta di viaggio automatico che funziona purtroppo soltanto tenendo continuamente premuto il tasto adibito, in questo caso vi consigliamo di attivare la visuale dinamica che vi permetterà di ammirare splendide inquadrature in pieno stile cinematografico. Per muovervi in maniera più rapida potrete comunque servirvi di treni, diligenze e di un sistema di viaggio rapido che vi porta dall’accampamento ad un luogo designato ma non viceversa. Tutti e tre questi metodi hanno comunque delle limitazioni non indifferenti, a riprova del fatto che Rockstar si sia impegnata particolarmente nel rendere l’esperienza di gioco ben lontana da una filosofia mordi e fuggi.
Red Dead Redemption 2 è un videogame che punta pesantemente sul realismo, sono molte le caratteristiche che evidenziano questa coraggiosa scelta. Ad esempio, potremo portare un numero limitato di armi e risorse con noi, le altre rimarranno inevitabilmente nella borsa caricata sulla sella del nostro compagno a quattro zampe. Scordatevi quindi di avere il vostro equipaggiamento sempre con voi e badate bene a non dimenticare tutto il necessario per la missione in corso! Sapete, è parecchio seccante scovare dopo un’estenuante caccia uno splendido e regale lupo e rendersi conto soltanto all’ultimo istante di aver dimenticato l’arco in sella al cavallo.
Giù la testa
Il realismo apprezzato durante le fasi di esplorazione trova discreto riscontro anche durante le sezioni di shooting. I third person shooter di Rockstar hanno stile da vendere e il processo iniziato dall’originale Red Dead Redemption e successivamente notevolmente migliorato in Max Payne 3 trova in Red Dead Redemption 2 il massimo esponente. Le sparatorie sono elettrizzanti, frenetiche ma allo stesso tempo caratterizzate da momenti d’attesa, l’uso delle coperture è importantissimo, anche se l’utilizzo delle stesse non è particolarmente reattivo come avremmo sperato. Il feeling con le armi è egregio: ogni colpo andato a segno dà una sensazione che pochi altri sparatutto riescono a conferire, si avverte la pesantezza e la violenza dei colpi inferti anche grazie alle realistiche e cadenzate animazioni di Arthur e dei nemici, persino il ragdoll riesce a conferire un livello direalismo mai visto finora. Proprio come in GTA V, anche in RDR 2 è possibile switchare in qualsiasi momento dalla prima alla terza persona e anche se entrambe le visuali funzionano a dovere abbiamo preferito giocare gran parte dell’avventura in terza persona, relegando la visuale in soggettiva alle fasi di gioco ambientati negli interni. Di default è impostato un sistema di mira semiautomatica che facilita di molto l’esperienza che vi consigliamo di disattivare se volete rendere più incerto l’esito degli scontri anche se mirare manualmente mentre siete a cavallo potrebbe essere un’esperienza parecchio proibitiva. Torna la meccanica del Dead Eye che permette di rallentare il tempo e mirare vari bersagli prima di cominciare a maciullare col piombo i nemici, una facilitazione che sarete liberi di usare a patto di non avere vuoto l’indicatore in questione. Se dovessimo trovare una pecca nel sistema di shooting citeremmo senza dubbio l’IA nemica, non particolarmente sveglia e che si limita più che altro a stare in copertura e sparare dalla distanza.
Potrete servirvi di svariate armi: revolver, doppiette, fucili da caccia, archi ecc.. tutte quante ampiamente personalizzabili presso gli armaioli disseminati nelle varie cittadine. Numerose e varie le modifiche estetiche e i miglioramenti prestazionali disponibili, ricordate inoltre di ripulire le vostre bocche da fuoco di tanto in tanto, per fare in modo che rendano al massimo delle loro possibilità e che non si inceppino.
C’era una volta in America
Come vi abbiamo anticipato, l’ambientazione proposta in Red Dead Redemption 2 è semplicemente spettacolare. Oltre ad essere incredibilmente viva e ricca di cose da fare, questa porzione d’America è realizzata attraverso un comparto grafico di prim’ordine che riesce in certi casi a sfiorare il fotorealismo, grazie all’ausilio del collaudato motore grafico proprietario di Rockstar Games: il RAGE (Rockstar Advanced Game Engine). La distanza visuale ha un raggio imponente e il titolo è anche abbastanza stabile, garantendo i 30 frame per secondo senza particolari intoppi in 4K upscalati su PlayStation 4 Pro. Nel momento in cui stiamo scrivendo l’HDR dà problemi sulla console di casa Sony, andando a diminuire la qualità visiva del titolo anche grazie ad un eccessivo effetto blur, disattivandolo la situazione migliora non poco. Non esageriamo definendo Red Dead Redemption 2 come uno degli open world più belli da vedere, non tanto per l’impatto visivo generale che anche in titoli come The Witcher 3, Spider-Man o Horizon: Zero Dawn raggiunge livelli incredibili ma quanto per la cura nel dettaglio e negli aspetti meno in vista, come una carcassa grondante di sangue che una volta caricata sul nostro cavallo lo sporca irrimediabilmente, costringendoci a dargli una bella ripulita oppure le impronte che rimangono visibili senza sparire in maniera irrealistica. Non manca però qualche magagna, come una realizzazione dei volti buona ma non eccezionale e un fastidioso input lag nei comandi che va ad inficiare le situazioni di gioco più concitate e i movimenti negli spazi stretti. Sorprendentemente veritiera la fisica delle animazioni di Arthur e degli animali, soprattutto i cavalli, i più realistici mai visti in un videogioco. Da elogiare il superbo sistema d’illuminazione dinamica che oltre a conferire ulteriore realismo a ciò che ci circonda, riesce a trasformare nel giro di poche ore una determinata area, rendendo sempre piacevole l’esplorazione. Immense vallate, squallide cittadine, vette innevate… E’ meraviglioso perdersi nel mondo di Red Dead Redemption 2, anche soltanto per godere dell’incredibile cura al dettaglio adoperata dai ragazzi di Rockstar, la potenza artistica di quest’opera lascia a bocca aperta. Si può limitare liberamente l’invasività dell’HUD che comunque non raggiunge mai livelli di eccessivo ingombro.
Il reparto sonoro chiude il cerchio di un comparto tecnico eccellente. Il doppiaggio originale è di una qualità altissima, vi basti pensare che sono stati coinvolti oltre 1200 attori professionisti e cavalcare in giro per la mappa accompagnati dallo scalpitio degli zoccoli del vostro cavallo e dalla sublime colonna sonora sarà un’esperienza evocativa e eccezionalmente immersiva. Il team di sviluppo, insieme al compositore Woody Jackson ha dato vita ad oltre 190 arrangiamenti musicali per le missioni creando una soundtrack semplicemente magistrale. Senza andare a perderci in una questione che da anni divide ormai l’utenza, dobbiamo comunque segnalare che anche in questo caso Rockstar non ha doppiato il titolo in nessuna lingua oltre l’inglese, quindi se non masticate agevolmente la lingua d’Albione sarete costretti a leggere i sottotitoli in italiano, anche quando sarebbe più opportuno osservare ciò che succede in game. I pro e i contro di questa situazione sono noti a tutti, sta a voi decidere quanto influisce tale questione sulla godibilità del titolo.
Concludendo…
Red Dead Redemption 2 è un capolavoro, un open world che oltre ad innovare eleva le caratteristiche classiche del genere ad un nuovo livello immergendoci in un mondo di gioco vivo e credibile. Allontanarsi dalle esperienze di gioco mordi e fuggi e porre in maniera così decisa l’accento sul realismo e su un ritmo di gioco più compassato e riflessivo è una scelta coraggiosa che abbiamo adorato alla follia. La nuova opera di Rockstar Games è una continua sorpresa, in grado di intrattenere il giocatore per un quantitativo di ore difficilmente quantificabile. La storia coinvolge, i personaggi sono scritti da Dio, l’ambientazione è credibile e dinamica, le sparatorie adrenaliniche, le attività extra curate e per nulla lasciate al caso e a livello audio e video stiamo parlando di un gioiello di rara bellezza. Qualsiasi appassionato di videogames dovrebbe immergersi nello splendido mondo di Red Dead Redemption 2, qualsiasi software house deve imparare da Rockstar Games come si sviluppa un open world. Red Dead Redemption 2 è già entrato nella storia, sono questi i titoli che elevano il media oltre vette artistiche e di intrattenimento inimmaginabili. Ci sono voluti parecchi anni ma finalmente Rockstar è tornata e anche stavolta, come il più preciso pistolero del West, non ha sbagliato il colpo consentendoci di godere di uno dei videogames più impressionanti di tutti i tempi.