Gli zombi ci terrorizzano ed affascinano ormai da oltre 50 anni. La loro figura si è fatta strada attraverso tutti i media conosciuti: dalla letteratura al cinema, passando per la tv, i fumetti e i videogiochi. Con l’incredibile successo della serie di The Walking Dead i “morti che camminano” sono prepotentemente tornati di moda e ancora oggi (seppur in lieve calo) riescono a funzionare – piuttosto bene – in ambito videoludico. La ventata d’aria fresca potrebbe arrivare grazie alla realtà virtuale con Arizona Sunshine, FPS a tinte horror in cui saremo chiamati a fare a pezzi orde di putridi zombi, semplicemente indossando un Playstation VR.
L’apocalisse zombi in realtà virtuale
La nostra avventura è ambientata, come facilmente intuibile, nell’assolata e desertica Arizona. Ci troviamo in uno scenario post apocalittico in cui i non morti infestano le strade alla costante ricerca di cibo. Il nostro scopo sarà quello di scoprire la provenienza di un segnale radio, facendoci strada – a suon di proiettili – tra orde di affamati zombie, sperando di trovare altri sopravvissuti. Nulla di più banale, insomma. La trama segue uno schema piuttosto semplicistico e ben poco coinvolgente. Il tutto viene leggermente risollevato dalle continue battute del protagonista, che spezzeranno la tensione e che strapperanno qualche risata (più per la recitazione scabrosa che per l’effettivo valore delle gag).
Ci si rende subito conto che la storia è un pretesto per maciullare zombi. Il gioco è uno sparatutto lineare in cui dovremo liberare varie aree per proseguire il nostro cammino, il tutto intervallato da rari e semplicissimi puzzle.
Arizona Sunshine è però un gioco plasmato sulla realtà virtuale e come tale va giudicato. E’ proprio il senso di immersione che riesce a trasformare questo titolo, altrimenti mediocre, in un’esperienza comunque appagante.
L’importanza di avere la situazione sotto controllo
Per poter descrivere al meglio il gameplay di Arizona Sunshine è necessario dare una panoramica sui sistemi di controllo che il giocatore ha la possibilità di adottare.
I ragazzi di Vertigo Games sono riusciti nell’arduo compito di accontentare tutti i palati, proponendo varie combinazioni di controlli. Per muovere il nostro personaggio potremo scegliere tra il classico teleport, utilizzato nella maggior parte dei giochi VR, e un sistema di movimento libero che rende sicuramente l’esperienza più immersiva, a patto di non avere problemi di motion-sickness.
Varie possibilità anche per quanto riguarda la scelta del controller da utilizzare, giocando su PS4 potremo usare il Dualshock, i Move o l’Aim Controller (il peculiare controller a forma di fucile introdotto per la prima volta con Farpoint).
Importante segnalare che in base al dispositivo scelto varieranno anche le armi utilizzabili. Giocando coi Move avremo la possibilità impugnare fino a due armi ad una mano contemporaneamente. Se, invece, sceglieremo una delle altre due possibilità ci ritroveremo a far fuoco con armi come fucili da caccia o d’assalto.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che la combinazione più funzionale ed immersiva sia l’accoppiata movimento libero ed Aim Controller. Poterci spostare a nostro piacimento e far fuoco col nostro fucile virtuale risulta appagante e, a conti fatti, abbastanza comodo.
Lo shoooting, complessivamente, funziona abbastanza bene: fare a pezzi zombi è sempre un piacere, soprattutto con le nuove possibilità offerte dalla realtà virtuale.
Gestire al meglio il proprio inventario diventa di fondamentale importanza. Sparando all’impazzatta rischieremo soltanto di ritrovarci a secco di munizioni in balie delle orde di zombi in arrivo. E’ quindi importante cercare sempre di prendere la mira cercando di centrare il bersaglio in mezzo agli occhi con un colpo singolo, piuttosto che crivellare più nemici possibili senza tener conto delle nostre scorte di munizioni. Per far fuori gruppi di nemici, tuttavia, vengono in nostro soccorso le immancabili granate.
Complessivamente l’intera campagna offrirà un paio di sezioni ispirate (il livello nella miniera in particolar modo). L’intera esperienza è fruibile anche in modalità cooperativa ed è proprio in questa veste che Arizona Sunshine dà il meglio di sé. Le circa 4 ore necessarie a terminare la campagna voleranno via se affrontate in compagnia di un altro giocatore. Anche la difficoltà, altrimenti piuttosto sbilanciata, risulterà più abbordabile.
Presente anche una modalità orda che funge più che altro da riempitivo vista l’esigua durata della campagna.
Temibili (e sgranati) mangiacervelli!
Graficamente il titolo non fa gridare al miracolo. Gli elementi a schermo risultano leggermente sgranati, la densità poligonale è bassa e vi è la presenza di pop up in alcune circostanze. Ciònonostante l’esperienza riesce comunque ad essere immersiva e una volta ‘dentro’ il gioco i problemi tecnici passano in secondo piano. Il titolo risulta interamente localizzato in italiano anche se il livello del doppiaggio, come detto in precedenza, è decisamente discutibile.
A causa di qualche problema col tracciamento dei nostri movimenti ci siamo ritrovati in certi casi ad essere praticamente di spalle rispetto alla cam, ciò comporta non pochi problemi in game visto che siamo stati costretti a toglierci il caschetto per poterci rimettere in posizione.
Concludendo…
Arizona Sunshine è un titolo con tante luci ed ombre. Da un lato abbiamo un FPS che in compagnia di un amico (o di uno sconosciuto, se avrete fortuna col matchmaking) riesce a fare il suo dovere, intrattenendo senza troppi fronzoli e immergendo il giocatore in un contesto immersivo e affascinante, dall’altro, purtroppo, il titolo offre un’esperienza di gioco piuttosto risicata, frustrante in solitaria, e graficamente non al top.