L’universo secondo Paradox
Paradox Interactive, celebre software house svedese fondata nel 1998, in meno di vent’anni è divenuta un vero e proprio marchio di fabbrica, una garanzia per ogni appassionato di videogiochi strategici. Come non ricordare opere del calibro di Europa Universalis, Victoria, Crusader Kings o Hearts Of Iron (il cui quarto capitolo è atteso per giugno)? I fan di vecchia data lo sanno bene: i prodotti Paradox sono qualcosa di unico, elementi di un “universo” (cominciamo a entrare nell’ottica) a sé stante, entro i confini del quale trovano spazio difficoltà fuori dal comune, vastità e profondità di gioco inarrivabili oltre che impareggiabili longevità, per videogiochi, in toto, trasudanti personalità e passione. Non ha alcuna importanza che si tratti della Germania del 1936, della Francia del XVIII secolo o magari di una qualunque regione dell’Italia medievale: abbracciare il “modus operandi” di questi sviluppatori comporterà sempre e comunque la consapevolezza di dover dirigere la nostra fazione secondo un unico e categorico principio, quello del controllo totale. Ora, dopo anni passati ad attraversare le più disparate epoche della nostra storia, è giunto il momento di cessare di guardarsi alle spalle e sollevare, senza timore, il capo verso il cielo, il nostro nuovo habitat naturale. L’universo di Paradox vi sta aspettando: siete pronti, cosmonauti? Stellaris è finalmente arrivato.
Stellaris: una sola modalità di gioco, otto razze
La nuova offerta di Paradox, per quel che riguarda l’approccio single player, include un’unica modalità che può essere considerata, a conti fatti, una schermaglia. Questa modalità prevede innanzitutto la selezione della razza con la quale andremo dare inizio alla nostra partita, quindi l’impostazione di una limitata serie di parametri riguardanti principalmente la galassia di gioco, quali dimensione e forma, il numero delle specie che la abitano e, ovviamente, la difficoltà di gioco. Come prevedibile, non poteva mancare la modalità “Ironman”. Le razze a disposizione del giocatore sono otto, con l’interessantissima possibilità di crearne una interamente personalizzata a seconda dello stile di gioco e dei gusti dell’utente. Ogni specie presenta numerosissime peculiarità e tratti unici capaci di distinguerla dalle altre, che riguardano la forma di governo utilizzata, l’indole e il comportamento, le caratteristiche intellettuali e fisiche, la tecnologia e l’organizzazione militare oltre che, logicamente, il sistema planetario di partenza e l’habitat ideale nell’ottica di una futura colonizzazione.
Esplorazione, accumulo delle risorse e colonizzazione
Il gameplay di Stellaris è composto da un vastissimo numero di meccaniche di gioco che possono essere esplicate adeguatamente soltanto se analizzate una alla volta. Cominciamo con il versante esplorativo ed economico. L’intero mondo di gioco è racchiuso all’interno di una galassia semi-procedurale (alcune stelle e pianeti sono fissi), creata all’inizio di ogni partita e composta da miriadi di differenti sistemi, ognuno dei quali, a sua volta, è formato da un numero variabile di pianeti e planetoidi, asteroidi e buchi neri. Utilizziamo come esempio il sistema natio delle “Nazioni unite della Terra”: “Sol”, niente di meno che il sistema solare. Il primo passaggio del quale occuparsi è l’esplorazione del nostro sistema a bordo di una nave scientifica altamente tecnologica, già pronta per l’utilizzo e collocata nelle vicinanze della Terra. L’analisi di ogni singolo pianeta di un determinato sistema ci permette di verificare le differenti risorse disponibili, verificandone quantità e tipologia. Trattasi di un procedimento indispensabile, poiché solo a seguito di un accurato studio potremo procedere con la costruzione di strutture nelle vicinanze di altri sistemi stellari. E una volta finita l’esplorazione del sistema solare? Dovremo continuare a impegnare le nostre navi scientifiche fino a quando avremo visitato pressoché ogni pianeta della galassia. Ma non sarà un compito facile, né breve, ed è sufficiente aprire per un istante la mappa galattica per rendersene conto. A questo punto, sondati adeguatamente i vari pianeti del nostro “misero” sistema, potremo cominciare a edificarvi stazioni adibite alla raccolta delle risorse mediante la “Construction Ship”, anch’essa disponibile e operativa sin dall’inizio. Questa nave ci darà modo di costruire numerose tipologie di stazioni, la prima delle quali, quella mineraria, vi sarà indispensabile per raccogliere le due risorse “materiali” del gioco: l’energia (energy credit) e i minerali, imprescindibili per qualsivoglia navetta spaziale o struttura di gioco. Troviamo poi la stazione di ricerca, utile per dare inizio all’immagazzinamento di punti ricerca, che avviene con le stesse identiche modalità della raccolta mineraria. Oltre alle due strutture sopraccitate, si segnala la presenza dell’avamposto di frontiera, edificabile in sistemi ancora non reclamati da altre fazioni, che ci permetterà di espandere la nostra area di influenza. Non mancano poi stazioni d’osservazione, “terraformanti” e militari, indispensabili per difendere intere aree dall’attacco di nemici, banditi o forme di vita ancora sconosciute.
Nel segno del progresso tecnologico
All’interno di Stellaris ogni razza prosegue il suo cammino evolutivo attraverso una persistente e complessa serie di ricerche e nuove scoperte, suddivise in tre differenti settori: fisica, società e ingegneria. Questi tre ambiti di sviluppo procedono contemporaneamente, con tempi prestabiliti per ogni determinato progetto scelto, ma variabili a seconda di numerosi fattori, tra i quali la differente abilità dello scienziato assegnato alla ricerca. Il progresso tecnologico gioca un ruolo fondamentale in quelli che sono gli equilibri interni del vostro piccolo impero stellare, arrivando a influenzare ogni singolo dettaglio del gameplay. Avanzando con gli anni, potremo infatti contare su nuovi edifici per i pianeti sotto il nostro controllo, innovativi materiali e migliori componenti per le navi spaziali, bonus permanenti per la raccolta di risorse e per la quantità massima immagazzinabile, aggiornamenti per lo spazioporto, e molto altro ancora.
Quello scandito da Stellaris è, a tutti gli effetti, un lento percorso verso il dominio totale della galassia. Una lunga strada in salita, piena di avversità, nella quale ogni singolo passo acquisisce però una sua specifica importanza, e non deve essere sottovalutato.
“Primo contatto” e diplomazia
L’espansione del nostro impero, poco dopo le primissime fasi di gioco, ci condurrà inevitabilmente all’agognato “primo contatto” con altre civiltà della galassia. Una volta incontrati vascelli alieni, o semplicemente pianeti già colonizzati, potremmo essere contattati da un ambasciatore. In alternativa, basterà avviare una speciale ricerca nel “Situation Log”, un apposito menù contenente al suo interno quelle che sommariamente possono essere considerate quest opzionali e momentanee opportunità di gioco dettate da specifiche variabili (come la comparsa di anomalie spaziali). Così facendo, dopo un primo, celere incontro formale – utile per dedurre sin da subito l’indole degli esseri appena conosciuti – potremo dare inizio alle relazioni diplomatiche. In Stellaris questa componente di gioco è relativamente semplice e funzionale, e permette di comunicare con ogni razza già incontrata in qualsivoglia momento. Numerose sono le interazioni disponibili: oltre alle immancabili dichiarazioni di guerra e proposte commerciali, potremo stabilire ambasciate permanenti in maniera tale da migliorare (lentamente) l’intesa tra i due popoli, proporre patti di non belligeranza, avanzare richieste di vassallaggio e persino insultare gratuitamente, se lo vorremo. Una feature interessante consiste nella facoltà di dare inizio a una rivalità, mossa che, oltre a condizionare fortemente le relazioni con una specifica razza, ci permetterà di guadagnare, ogni mese, una maggiore quantità di “punti influenza”. Questi possono essere spesi per la costruzione dei già menzionati avamposti di frontiera, per l’assunzione di nuovi professionisti (scienziati, comandanti d’armata o politici) e per la promulgazione di editti sui nostri pianeti.
Verso nuovi mondi
L’indagine sui pianeti, della quale abbiamo parlato brevemente a inizio articolo, non si limita alla sola rivelazione delle risorse, ma ci permette anche di identificare nuovi mondi più o meno idonei alla colonizzazione. Ogni pianeta adatto a questo scopo è caratterizzato da una precisa percentuale di abitabilità, che andrà a incidere sul numero di slot disponibili per la costruzione degli edifici sulla sua superficie.
Il popolamento di un nuovo sistema avviene attraverso la costruzione di una “nave colonia”, edificabile, al pari di ogni altra navetta, presso lo spazioporto. Una volta portata a termine la sua produzione, sarà sufficiente dirigerla verso il pianeta prescelto (che deve, come sempre, trovarsi all’interno della nostra area di influenza) e dare inizio alla colonizzazione. A una prima fase di insediamento, coincidente con un forte consumo aggiuntivo di energia, seguirà quello che possiamo considerare un processo di “attivazione”, consistente nell’assegnazione di un leader politico (se lo vorremo), nella costruzione di un ulteriore spazioporto (indispensabile anche per innalzare il limite di navi spaziali mantenibili) e ovviamente nell’edificazione delle prime strutture.
Se vuoi la pace, preparati alla guerra
È ora il caso di introdurre un’ulteriore, fondamentale meccanica di Stellaris, legata alle (inesorabili) fasi di conflitto. A seguito di una dichiarazione di guerra, la prima mossa consisterà nel dichiarare i nostri obiettivi. Utilizziamo nuovamente un esempio: se la fazione avversaria conterà cinque pianeti, potremo richiedere la cessione definitiva di due pianeti e la liberazione di un terzo, in aggiunta alla sottomissione dei nemici sotto forma di vassallaggio. Tuttavia, più gravose saranno le richieste, maggiore sarà il punteggio di guerra necessario per prevalere sugli avversari. Questo punteggio di guerra può essere considerato come la “bilancia” dell’andamento del conflitto. Attraverso una percentuale, questo valore tiene conto di ogni possibile variabile: dall’esito degli scontri già effettuati alla dimensione della flotta rimanente, dall’occupazione o meno dei pianeti dichiarati quali obiettivi alla distruzione degli spazioporti. Più alto sarà il punteggio, maggiori probabilità avremo di imporre le nostre condizioni o di ottenere una resa da parte dei nostri antagonisti. Ma come avvengono, praticamente parlando, queste guerre galattiche?
È innanzitutto importante specificare che le battaglie sono del tutto automatiche. Il singolo scontro ingaggiato da due flotte avversarie è influenzato da due differenti aspetti, ovvero l’abilità dei comandanti e la quantità/qualità delle navi, e prosegue sino all’annientamento di una delle due controparti (salvo si opti per una ritirata). La conquista di un pianeta prevede, invece, più fasi, che possono essere rintracciate nell’abbattimento dello spazioporto (se presente), nel bombardamento della superficie in maniera tale da abbattere le strutture difensive, quindi nell’invasione diretta da parte di un’armata di soldati, ultimo passaggio in grado di determinare l’esito dell’invasione.
In questo caso, è più facile a dirsi che a farsi. La verità è che sono numerosi i fattori dei quali tenere costantemente conto, primo tra tutti un’adeguata e costante difesa degli spazioporti, punto nevralgico della forza militare di ogni fazione: in una guerra di una certa portata, destinata a protrarsi per parecchi anni, è indispensabile poter contare su un continuo rinnovamento della flotta. Inizialmente, puntare su una sola e massiccia flotta potrebbe rivelarsi una buona scelta, ma molto presto, raggiungendo le fasi avanzate di gioco, capiremo che la via che porta al successo passa forzatamente attraverso la diversificazione, in maniera tale da poter sempre contare non solo su un piano B, ma possibilmente anche su quello C.
Ogni conflitto, anche uno apparentemente già vinto in partenza, necessita di essere ponderato con cautela, poiché una leggerezza o un errore di valutazione potrebbero costarci cari. Perdere una guerra, e condizionare così un’intera partita, magari da venti ore, è questione di attimi. Un ottimo esempio può essere rintracciato nelle navi adibite al trasporto delle armate: trattasi di mezzi semplicemente non adatti al combattimento spaziale. Se dovessero cadere vittime di un’imboscata da parte di un misero paio di incrociatori nemici, queste navi verrebbero distrutte in pochi istanti. E come si può pensare di invadere un pianeta senza forze di terra?
Da non sottovalutare, ancora, il livello tecnologico delle nostre navi da guerra. Le scoperte scientifiche non sono fini a sé stesse, bensì devono essere applicate (anche) al reparto militare, con flotte sempre e comunque al “passo coi tempi”. Nuove armi, materiali più resistenti, deflettori più efficienti e carburanti di nuova generazione potrebbero riuscire, da soli, a garantirvi una vittoria a mani basse. Ecco perché la personalizzazione delle navi, fruibile mediante l’apposito menù, è una feature di Stellaris con la quale è meglio entrare sin da subito “in sintonia”.
Per aspera, ad astra: tirando le somme
Quanto appena messo per iscritto, volutamente focalizzato su differenti aspetti del gameplay, non è sufficiente per rappresentare adeguatamente quanto ricca sia l’esperienza di gioco offerta da un’opera imponente come Stellaris. Descrivendo un gioco di queste proporzioni è infatti impossibile non incappare – più o meno volontariamente – in omissioni e lacune, che potrete colmare solo “collaudando” in prima persona il lavoro di Paradox.
Come da tradizione, siamo di fronte a un titolo che fa della giocabilità e della profondità le sue colonne portanti. Com’era prevedibile, Stellaris è un videogioco adatto a una specifica fetta d’utenza: quella più esigente. La conquista dello spazio, passo dopo passo, saprà offrirvi delle soddisfazioni incredibili, capaci di ripagare tutti i vostri sforzi e le miriadi di ore “investite” davanti al monitor. Ad attendervi, senza tenere conto del multiplayer (che supporta un totale di 32 giocatori), ci sono decine e decine di meravigliose ore di gioco, forse anche centinaia. Tenete infatti presente che una singola partita, se portata fino alla sua naturale conclusione (sia in caso di sconfitta che di vittoria), difficilmente si assesterà al di sotto della ventina di ore di gioco. A meno che, ovviamente, non abbiate accumulato una certa esperienza.
Tuttavia, vi invito a prestare attenzione: le difficoltà ci sono, e inevitabilmente (soprattutto per i meno pratici del genere) la prima decina di ore di gioco avrà la funzione di “semplice” tutorial. A complicare la situazione si aggiunge l’ennesima spiacevole decisione di Paradox, che anche questa volta snobba il Bel paese non inserendo, tra le lingue di gioco, l’italiano. Indubbiamente la quantità di testi presenti in gioco non è gigantesca, ma nemmeno misera, motivo per cui i meno pratici con l’inglese dovrebbero non sottovalutare questo dettaglio. Molto probabilmente la community interverrà fornendoci una valida traduzione, ma servirà del tempo.
Per quanto concerne l’aspetto tecnico, non ho riscontrato né bug né problemi di sorta. Anche in questo senso, il lavoro svolto da Paradox è eccellente, e chiunque deciderà di acquistare Stellaris aggiungerà alla propria libreria un titolo “completo” in tutti i sensi, cosa non più così comune di questi tempi. Ottimo anche il comparto sonoro, con una colonna sonora di pregevole fattura, forte di alcuni brani che si sposano perfettamente con lo splendido contesto spaziale.
Concludendo…
È uno di quei rari casi in cui una veloce occhiata a pregi e difetti, o a quella che è la valutazione complessiva del titolo, non sarà sufficiente a farvi capire se Stellaris possa fare al caso vostro. Forse, sarebbe più adeguato procedere in maniera opposta, domandandovi invece se è il vostro profilo di giocatore a essere adatto a un videogioco di questo tipo.
Avete voglia di un gioco complesso, profondo e difficile da padroneggiare? Siete alla ricerca di uno strategico su vastissima scala, lento e ragionato? Vi trovate a vostro agio con un contesto di tipo spaziale e futuristico? Masticate decentemente l’inglese?
Ma soprattutto: siete disposti a investire una consistente quantità di tempo per riuscire a cogliere il meglio da Stellaris?
Se la risposta che avete dato alla maggioranza dei suddetti quesiti è si, non attendete oltre: Stellaris vi conquisterà. In caso contrario, meglio facciate un passo indietro.