Il lungo cammino dei Piranha Bytes

Fin dal 2001, Piranha Bytes ha sempre deliziato i videogiocatori PC con due saghe fantasy d’indubbio spessore: prima con Gothic (di cui riconosco ufficialmente solo tre capitoli) e in seguito con Risen, il lavoro degli sviluppatori negli anni è sempre stato quello di costruire mondi di gioco completamenti aperti alle scelte dei videogiocatori, sia nella gestione del personaggio sia nelle possibilità offerte dalle quest. Con Risen, Piranha Bytes ha cercato in ogni modo di creare una sorta di seguito spirituale di Gothic in un rinnovato universo fantasy capace di miscelare situazioni già viste nella loro precedente saga con temi pirateschi davvero azzeccati, maggiormente marcati nel secondo capitolo e un po’ meno evidenti in quest’ultimo. Risen 3: Titan Lords propone difatti un ritorno alle origini, se così si può definire, per la casa di sviluppo tedesca e queste sono le nostre finali considerazioni.

Da pirata a cacciatore di demoni…

Risen 3: Titan Lords ci mette nei panni di un nuovo protagonista, in questo caso uno dei figli del temibile capitano pirata Gregorius Emanuel Barba d’Argento, personaggio già familiare all’universo di Risen. In compagnia di nostra sorella Patty, il nostro eroe senza nome dovrà far luce su un tesoro nascosto nella misteriosa Costa dei Granchi, all’interno di un complesso di rovine antichissime. Sfortunatamente tutto non sembra andare come previsto e saremo protagonisti di una temibile invasione di demoni dal Regno delle Ombre. Uno di essi bersaglierà il nostro malcapitato protagonista, estirpandone l’anima e lasciandolo senza vita nei pressi delle rovine. Risvegliati da un pirata sciamano di nome Bones, il nostro corpo privo d’anima sarà protagonista di un avventura alla ricerca del proprio spirito in modo da contrastare una volta per tutte l’esercito di demoni dal Regno delle Ombre. Narrativamente parlando, il titolo non offre un concept particolarmente esaltante ma ancora una volta il lavoro di Piranha Bytes risulta eccellente nel costruire sotto trame efficaci a fare da sfondo alle innumerevoli quest a cui potremo prendere parte in Risen 3: Titan Lords. La libertà di scelta offerta al videogiocatore non si limiterà alle sole scelte morali disponibili nel completare determinate missioni ma anche alla possibilità di unirsi a una delle tre fazioni presenti nel mondo di gioco. La scelta della fazione influirà sostanzialmente sullo sviluppo del personaggio ma anche sullo svolgimento della trama in determinate quest.

A livello di gameplay Risen 3: Titan Lords non presenta esagerati stravolgimenti alla classica formula di gioco. Ancora una volta Piranha Bytes punterà molto sull’esplorazione mettendoci di fronte ad un vasto arcipelago costituito da isole più o meno grandi (alcune già viste nel precedente capitolo, altre completamente inedite). Esplorando il mondo di gioco di Risen 3: Titan Lords, sarà un piacere accorgersi della grande varietà di ambientazioni disponibili, alcune più oscure e angoscianti altre notevolmente più piacevoli e colorate.

Il titolo presenta uno tra i sistemi di gestione del personaggio più interessanti sul mercato: attraverso il menu apposito sarà possibile spendere i punti gloria (equivalenti dell’esperienza) guadagnati dall’uccisione di mostri e dal completamento delle quest, negli attributi del nostro personaggio. Non tutte le nostre abilità potranno essere apprese grazie al profilo dell’eroe ma sarà opportuno vagare nel mondo di gioco alla ricerca degli istruttori, che torneranno in grande spolvero anche in Risen 3. Gli istruttori sono in grado di insegnare abilità o magie al nostro personaggio se superati determinati requisiti e si dispone del giusto quantitativo di denaro. A seconda della fazione scelta varieranno inoltre le abilità apprendibili: per i cacciatori di demoni per esempio le capacità si avvicineranno parecchio a quelle della negromanzia con la possibilità di evocare companion capaci di assisterci in battaglia o magie in grado di potenziare la nostra velocità in attacco o la nostra armatura. Per i giocatori desiderosi di un ritorno alle origini della magia vista in Gothic, il consiglio è quello di unirsi ai Guardiani, equivalenti degli stregoni capaci di sferrare letali attacchi magici a distanza. Per chi invece è riuscito ad apprezzare la magia vudù presente in Risen 2, questo capitolo offre la possibilità di entrare a fare parte dei pirati rinnegati dell’isola di Kira. Scelta una fazione non sarà più possibile tornare sui propri passi così come non vi sarà concesso di apprendere abilità di fazioni diverse dalla vostra, scelta per certi versi limitante ma a quanto pare necessaria da parte di Piranha Bytes per evitare grimori magici estremamente lunghi e confusionari.

Lavoro impressionante è stato fatto sul fronte delle missioni: oltre ad una già citata estesa mappa di gioco, Risen 3: Titan Lords propone un quantitativo di compiti letteralmente esagerato; troveremo una quest principale dalla durata di circa 20 ore ed una lunga serie di sub quest capaci di portarci via parecchie ore di gioco andando quindi a raddoppiare la longevità finale del titolo che se esplorato per bene potrebbe durare circa una quarantina di ore. Il completamento delle quest, oltre a fornirvi punti gloria spendibili per gli attributi, potrà mettere il giocatore di fronte a scelte morali capaci di far acquisire o perdere punti anima al personaggio.

Gli spostamenti tra le varie isole dell’arcipelago avverranno ovviamente tramite le imbarcazioni (ottenibili grazie alla storyline principale) e a volte capiterà di innescare eventi dinamici “in alto mare”. Le battaglie contro i mostri marini, per esempio, ci metteranno al comando della nave in prima persona, con la possibilità di utilizzare i cannoni frontali e laterali. Sebbene sia lodevole l’iniziativa di Piranha Bytes di giustificare i lunghi spostamenti sui vascelli non si può non constatare quanto gli scontri marittimi siano frustranti, sia per un sistema di controllo non proprio agevole e sia per la ripetitività degli stessi.

Rinnovamento per il combat system?

Se contenutisticamente il titolo Piranha Bytes se la cava egregiamente, le prime magagne cominciano a venire a galla se si pone sotto un’attenta analisi il sistema di combattimento. Il combat system di Risen 3: Titan Lords è una sorta di riproposizione di quello visto nel precedente capitolo: pulsante sinistro per gli attacchi semplici (con possibilità di concatenare fino a tre attacchi di fila per una combo), la pressione dello stesso per un attacco potente, tasto destro per parata e contrattacco ed infine tasto E per l’attacco secondario (con pugnali da lancio o pistole). La vera sfida nell’affrontare i nemici risiede sempre nel trovare la giusta tempistica tra parata e attacco in modo da portare a segno il maggior numero di colpi possibile. Visto l’agganciamento automatico dei nemici nei combattimenti multipli, Risen 3: Titan Lords diventa a tratti confusionario e frustrante, portando spesso numerosi attacchi a vuoto o a mettere il giocatore di fronte al dover fronteggiare nemici da troppi lati senza possibilità di difendersi. Un aiuto ci viene dato dagli altri membri del party che fungono da vere e proprie esche capaci di attirare i nemici verso di loro dandoci quindi la possibilità di attaccare indisturbati; se da un lato i membri del party risultano utili in varie situazioni all’apparenza difficili, dall’altro la loro intelligenza artificiale eccesivamente arretrata risulterà problematica dato che a volte capiterà di perderli letteralmente di vista per via del loro particolare vizio a rimanere incastrati in qualsiasi barriera ambientale presente nel gioco. Risen 3: Titan Lords, nonostante proponga un combat system tutto sommato vario considerato l’elevato numero di skill e magie disponibili, meriterebbe sicuramente una ristrutturazione delle meccaniche base che oramai risultano più problematiche che altro.

Genome engine: 8 anni e…sentirli!

Risen 3: Titan Lords si appoggia nuovamente sull’oramai storico Genome engine, visto per la prima volta in Gothic 3. Se da un lato i passi avanti sull’ottimizzazione generale del motore grafico su PC sono notevoli dall’altro è impossibile non constatare come il dettaglio generale sfiguri rispetto alle recenti produzioni videoludiche. Le ambientazioni sono molto buone nell’insieme, così come i dettagli della vegetazione e delle costruzioni, ma andando nel dettaglio si denotano comunque svariati problemi di pop up e di una definizione delle texture non proprio ottimale. I modelli dei personaggi sono migliorati ma permangono gli storici problemi riguardanti le animazioni, eccessivamente legnose nei movimenti. I volti hanno ricevuto un restyling piuttosto evidente: il protagonista risulta maggiormente realistico, con un numero di dettagli maggiore, mentre purtroppo alcuni personaggi secondari avrebbero meritato una maggior cura.

Dal punto di vista sonoro, Risen 3: Titan Lords mostra due “volti” completamente opposti: se da un lato la soundtrack è davvero eccellente in ogni suo brano, il doppiaggio (in sola lingua inglese) rimane ancora una volta la nota dolente della saga, caratterizzato da pochi alti e parecchi bassi. Il titolo comunque presenta una buona localizzazione in lingua italiana, anche se a volte capiterà di imbattersi in sottotitoli non corrispondenti interamente alla reale traduzione del dialogo.

Concludendo

Risen 3: Titan Lords è in definitiva un buon RPG. Se da un lato il titolo mostra un livello contenutistico eccellente dall’altro non è possibile chiudere un occhio sugli svariati problemi che affliggono il combat system e l’intelligenza artificiale. Per tutti i fan che speravano fortemente in un ritorno alle origini, Risen 3: Titan Lords può essere tranquillamente definito tale. L’atmosfera piratesca è stata quasi interamente sovrastata dal ritorno del fantasy medievale tradizionale? e sicuramente noi di Cyberludus lo abbiamo apprezzato!

CI PIACE
  • Risen 3 propone uno tra i più interessanti sistemi di crescita del personaggio, oltre che proporre una mole di contenuti davvero elevata.
NON CI PIACE
  • Permangono gli storici problemi che da anni affliggono la serie, come il combat system problematico e una intelligenza artificiale deficitaria.
Conclusioni

Un ottimo ritorno alle origini per la casa di sviluppo tedesca.

8Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.