La nostra prova allo stand Nordic Games ci premesso di affrontare una piccola sezione del gioco investigativo di The Astronauts, recentemente annunciato come esclusiva PS4 (e PC).

Quattro passi nel bosco

La location è una foresta sperduta, lambita da un fiume e ben resa dall’onnipresente Unreal Engine 3 (che però comincia a mostrare i suoi anni). Il sonoro è suggestivo, con musiche che ben sottolineano il mood del titolo ed effetti sonori di qualità. Uno sguardo al vasto orizzonte davanti a noi ci suggerisce una certa libertà esplorativa, che iniziamo subito ad approfondire: ci muoviamo tra alcuni edifici diroccati mentre una voce narrante ci suggerisce alcune ragionevoli accortezze del tipo: “non avventuratevi alla cieca, il bosco è sconfinato”. Sarà pure così, ma dirupi, massi, rovine e ostacoli invisibili continuano ad intralciare il nostro cammino, ridimensionando nettamente il concetto di “sconfinato”. Nessun giudizio affrettato, però, si tratta comunque di un’alpha afflitta dai problemi tipici di questa fase, come aliasing e framerate balbettante. La prima cosa che mette in chiaro lo sviluppatore, invitandoci a prendere il pad e giocare, riguarda la violenza: nel gioco finale assisteremo a diverse scene violenti, ma non saremo mai i protagosti di quelle azioni. Pertanto, è lecito immaginare che il giocatore sarà minacciato da qualche nemico quando passerà le fasi di esplorazione, che in genere saranno in solitaria tra boschi ed edifici fatiscenti.

Dopo aver girovagato senza una meta precisa nel fitto bosco di questa build, arriviamo nei pressi di un treno bloccato sopra un ponte. Le azioni da compiere appaiono come pensieri fluttuanti sullo schermo (sulla falsariga di Murdered: Soul Suspect) ma pare che, almeno per il momento non si possa utilizzare il mezzo. Non è lecito sapere se in The Vanishing of Ethan Carter sarà possibile guidare veicoli come quello incontrato durante la demo, ma l’esperienza con giochi simili ci suggerisce che il treno è lì solo per comparsa.

Conclusioni

The Vanishing of Ethan Carter ci è sembrato avere buone potenzialità, sebbene questa prova abbia sollevato qualche dubbio sul comparto tecnico, piuttosto rozzo al momento, e sulle effettive dimensioni delle aree esplorabili. Se da una parte ci preoccupa, dall’altra l’Unreal Engine 3, nativamente compatibile con i dispositivi VR, ci offre dei margini di immersione notevoli. Staremo a vedere come si evolverà il progetto.