Techland ci ha ospitati presso il proprio stand per provare in anteprima Dying Light, uno dei survival horror più interessanti del prossimo futuro. In particolare, il team di sviluppo ci ha offerto un assaggio della modalità cooperativa con una demo divisa in due frazioni: una incentrata sul lato esplorativo e l’altra sul multiplayer vero e proprio.

Un salto nel buio

Andando con ordine, la prima frazione di gioco ci ha introdotto al sistema di controllo (movimento, salto, corsa, arrampicata) che però non ci ha convinti a pieno. Abbiamo trovato particolarmente disagevole la meccanica legata al salto in corsa, che ci costringe a premere lo stick analogico sinistro nella direzione della zona bersaglio, cui va aggiunta una pressione prolungata del tasto “arrampicata” nel momento del salto. Piuttosto macchinoso e scomodo. Una particolarità interessante è, invece, la possibilità di accedere a delle mini competizioni con il partner di gioco, particolari sezioni in cui i due videogiocatori devono uccidere il maggior numero di zombie o arrivare velocemente ad un punto di interesse. Queste competizioni sono del tutto opzionali, quindi l’utente ha la possibilità di ignorare totalmente gli avvisi e dedicarsi esclusivamente alle missioni della storyline in singolo. Gli elementi base del gameplay seguono i canoni già fissati dai precedenti zombie-games di Techland (Dead Island), con l’utilizzo di armi bianche soggette a deterioramento e di alcune abilità speciali da sbloccare progressivamente (come la vista potenziata per evidenziare aree di interesse).

La seconda frazione di gioco si è innescata al calare delle tenebre (ricordiamo che in Dying Light sarà presente il ciclo giorno-notte della durata complessiva di un paio d’ore). In questa particolare fase della demo, eravamo inseguiti da un mini-boss capace di metterci KO con un solo fendente ben assestato. Per vincere la sfida e distruggere la bestia è stato necessario eliminare 10 creature speciali sparse per la mappa, un obiettivo che ha richiesto, per forza di cose, una buona dose di collaborazione col partner di gioco e un utilizzo intensivo delle abilità speciali dei personaggi. Con grande sorpresa, al termine della demo gli sviluppatori ci hanno svelato che a comandare il mini boss non era l’IA bensì un membro del team, spiegandoci che ciascun utente potrà decidere se interpretare la parte del fuggitivo piuttosto che quella del cacciatore. Grandioso. Anche questa sfida notturna rientrava nella lista delle modalità opzionali, pertanto liberamente ignorabile, sebbene molto utile per ottenere rapidamente un buon equipaggiamento.

Conclusioni

Che dire, a parte qualche incertezza sul pattern dei comandi, questo Dying Light ci è sembrato un prodotto solido e divertente, senza dubbio uno dei più interessanti nel suo genere al momento.