E’ curioso pensare che ci sono voluti vent’anni. Vent’anni per poter rivivere una delle tante esperienze dal sapore antico che hanno accompagnato la nostra giovinezza, o la maturità di chi ha vissuto in trepidazione tutta questa lunga, lunghissima attesa. Konami, insieme a Capcom, è sempre stata maestra dei picchiaduro a scorrimento: la furia per quattro giocatori si è scatenata con “Teenage Mutant Ninja Turtles” e con il suo seguito, “Turtles In Time”, mentre l’universo Marvel gli ha fornito le basi per una gigantesca avventura a doppio schermo e sei giocatori con il mastodontico “X-Men”. I titoli citati, nel corso del tempo, hanno ricevuto diversi port, tutti meravigliosamente validi, ma nella memoria c’è un nome che ritorna e rimbalza… ” The Simpsons – Arcade Gam e “: controversie legali hanno impedito al tempo di far giungere quest’ultima perla sulle nostre console e sui molti dei nostri computer da casa (esclusi due oscuri port per MS-DOS e Commodore 64), lasciando tutti i nostri ricordi appesi a una sottile cordicella MAMEsca, affidabile quanto non sufficiente per farci tornare precisamente a quelle emozioni. L’attesa è finita, però: da qualche giorno al famiglia dalla pelle gialla più amata da tutto il pianeta (e lo si può affermare a mani basse) è arrivata su Xbox Live Arcade e su Sony Entertainment Network… Vent’anni d’attesa si sono finalmente concretizzati… Nella speranza che ne sia valsa la pena! Arriviamo, Springfield!
Un curioso rapimento
La famiglia Simpson sta vagando tranquillamente per le vie di Springfield quando, dal nulla, uno Smithers stranamente malvagio decide di compiere un furto in una gioielleria… Nella fuga, l’impatto con Homer gli fa sfuggire dalle mani un grosso diamante, abbastanza grande da essere ‘catturato’ dalla piccola Maggie per usarlo come ciuccio alternativo: la bambina non vuole mollare la presa e Smithers, per poter compiere il suo furto, decide di non perdere la possibilità di accoppiare, ad esso, un rapimento! I quattro membri rimasti della famiglia si gettano, quindi, all’inseguimento dell’improvvisato rapitore, in un’avventura che li porterà in giro per tutta la loro città e li metterà alle prese con nemici strani e assolutamente fuori di testa! Sono premesse decisamente singolari per un titolo ispirato alla leggendaria famiglia americana, ma è quanto basta per giustificarne l’esistenza… Irrispettoso e perverso anche nei confronti della sua materia d’origine!
Alcuni necessari pre-requisiti
Le fondamenta del gameplay di ” The Simpsons – Arcade Game ” non potrebbero essere più semplici: con un tasto si menano cazzotti e si utilizzano i vari oggetti, con un altro si salta. E’ la ricetta più basilare del mondo, e spesso quella che ha portato i risultati migliori! Ognuno dei personaggi disponibili (Marge, Homer, Bart e Lisa, seguendo la numerazione originale) possiede un proprio metodo di attacco e alcune peculiarità, tutte riscontrabili concretamente nelle loro armi, siano esse un’aspirapolvere, uno skateboard o una corda per saltare. Facendosi strada tra un nemico e l’altro, come già accennato, sarà possibile raccogliere alcuni oggetti speciali che forniranno un ausilio temporaneo ai nostri strani eroi per poter proseguire nella loro odissea con maggiore facilità: si passa da martelli di legno a palle da bowling, passando per fionde e altri utensili uno più bizzarro dell’altro. Il tutto è immerso in un mondo estremamente vivo, dove l’interazione con i personaggi e con l’ambiente esplodono e dove ogni angolo potrebbe nascondere, a insaputa del giocatore non disposto a rischiare, qualche insidia o qualche aiuto. A differenza di molti altri beat ‘em up, dove la differenza tra giocatore singolo e multigiocatore sembra essere puramente ‘quantitativa’, in “The Simpsons” giocare in tanti paga eccome! Infatti, se due personaggi restano vicini per un po’ di tempo, questi finiranno per ‘fondersi’ temporaneamente in un unico elemento, raddoppiando la potenza dei propri attacchi al giusto prezzo di un altrettanto doppio esporsi ai colpi dei nemici… Marge e Homer rotolano insieme come una palla gigante impazzita, Bart e Lisa iniziano ad urlare, correndo in giro tenendosi per mano… Non avreste paura anche voi a ritrovarvi di fronte a una simile, agguerritissima famiglia di squinternati?
Gli extra: un riflesso del gusto Konami
Quando un port si affaccia sul mercato, purtroppo, è necessario che eventuali aggiunte, riprese e mancanze siano tirate in ballo nel suo giudizio complessivo. A volte il tutto si traduce in una felice passeggiata nella valle del ricordo, altre volte in una deludente necessità di evidenziare fin troppe carenze; la famiglia gialla, in questo senso, si trascina verso una accettabile, sospirabile via intermedia. La grafica del titolo è riprodotta in ogni dettaglio, con la possibilità di smorzare i toni e i contorni degli sprite per rendere il tutto più morbido agli occhi e più idoneo al riadattamento in alta definizione. Si può scegliere di giocare con uno sfondo completamente nero o utilizzando un bordo a forma di cabinato, di colore blu-grigio e assolutamente asettico: si tratta di una scelta inspiegabile, che lascia comunque gran parte dello schermo riempita da un paesaggio scarno e poco interessante; il tutto è, solo in parte, mitigato da una eccellente funzione di zoom, che permette di adattare il gioco alle dimensioni della televisione senza deformarne l’immagine. E’ stata inserita, intelligentemente, una modalità multi giocatore online, permettendo a quattro giocatori sconosciuti di diventare una ‘famiglia’, unita nel combattere per salvare la propria figliola. Come di consueto, inoltre, è stata inserita una corposa galleria che permette di riconoscere i vari personaggi e le tante citazioni inserite all’interno dei livelli, insieme a tutti i flyer originali che Konami, nel 1991, aveva preparato per pubblicizzare il suo prodotto. Da ultimo, una volta completata la normale modalità Arcade diventa possibile giocare con la ROM giapponese del titolo, che comprende alcune differenze come una diversa disposizione degli oggetti, un sistema dei punteggi riorganizzato e una nuova gestione dell’energia vitale, che può essere elevata oltre i normali limiti della barra viola. Si tratta, senza dubbio, di un tocco di classe: l’inserimento di questa rara versione del gioco fornisce ai nuovi acquirenti e ai vecchi ex-giocatori una possibilità di approfondimento ludico completamente nuova, riflettendo ancora di più, in tutta la sua stranezza, quegli elementi che Konami non ha voluto inserire nelle versioni Americana e Mondiale del titolo. Una ghiottoneria per i giocatori più smaliziati, insomma, e, ahinoi, soltanto una simil-fotocopia per chi non è interessato più di tanto a un nuovo approccio.
Conclusione
” The Simspons – Arcade Game “, per molti, è la realizzazione di un sogno: è il culmine magico di un’attesa ventennale, un nuovo esempio di sala giochi dentro casa che arriva con tanto zelo dopo altrettanto penare. L’energia vitale di un’avventura che vola via in un lampo, che fa riaccendere la luce della nostalgia, sfortunatamente non impatta nel 2012 come avrebbe potuto fare molto, molto tempo fa. Una partita in qua e in là, un gettone virtuale in compagnia guidati dal carisma di questi quattro soggetti fuori da ogni logica, tra un colpo inferto e un soffocato “D’oh!”, una famiglia più unita che mai in un universo insieme suo e non suo, che respira un po’ di oriente ma che riflette la sua indole americana in citazioni e situazioni. Uno dei migliori beat’ em up di sempre ritorna, quindi, e resta fresco come allora: ma questa freschezza, oggi, quanto può durare? E può davvero il giocatore di oggi essere interessato a degli extra che possono fare impazzire davvero solo uno studioso nostalgico? E’ lo sconcerto di fronte alla meraviglia, ma qualche mazzata gialla è necessaria, finchè dura. De hi hi ho ho!