Sin dal proprio arrivo in TV, il brand WWE non ha mai limitato il proprio ineguagliato successo alle sole apparizioni televisive. Con la diffusione su vasta scala degli apparecchi televisivi, infatti, la celebre trasmissione a base di wrestling ha sempre ben saputo estendere la propria popolarità e il proprio mercato a fumetti, giocattoli, merchandising e chi più ne ha più ne metta. Non sono mancati, ovviamente, i videogiochi, che da ormai più di dieci anni costituiscono la maniera più efficace ed esaltante di rivivere le “gesta” dei nostri lottatori preferiti. Non è un segreto però che la serie videoludica Smackdown vs Raw abbia perso gran parte del proprio fascino nel corso degli anni, release dopo release. Al pari di un titolo sportivo di qualunque tipo, la controparte giocosa della celebre trasmissione americana aveva infatti cominciato a risultare incapace di innovarsi, negli ultimi tempi, perdendo sempre più presa ed attrattiva sulla nutrita schiera di fan. Ecco perché THQ ha preferito portare una ventata d’aria fresca alla serie, a cominciare dal nome: non più Smackdown vs Raw, ma WWE , con accanto l’immancabile numeretto dell’anno dei Maya: ma il picchiaduro di Yuke’s sarà davvero la fine del mondo?
Ma quante cose vuoi fare? Costruire, inventare…
Le modalità messe a nostra disposizione saranno tre: Universe, Road to Wrestlemania e Creazione. I primi passi che muoveremo nella modalità Universe riguardano, prevedibilmente, la scelta del nostro beniamino, il cui “peso” agonistico andrà ad influire inevitabilmente sulle prime fasi della sua carriera. In WWE Universe 2.0 l’alter ego selezionato sarà infatti chiamato a presenziare ad una serie di incontri, appuntamenti e show il cui numero e importanza varierà a seconda della sua popolarità. Più che in passato, il backstage sembra aver assunto una rilevanza quasi decisiva; notizie di cambi di programma, tradimenti e schieramenti tra le due federazioni saranno all’ordine del giorno e cambieranno continuamente le carte in tavola. A noi stessi sarà data la possibilità di decidere da che parte schierarci, scegliendo magari di fiancheggiare un lottatore piuttosto che un altro nel corso di questo o quell’incontro. Nel frattempo, gli eventi da pianificare saranno potenzialmente infiniti: il nostro calendario non avrà mai pagine bianche, e di certo lo show (proprio come nella realtà) non lascerà a desiderare in quanto a varietà. In più, se le opzioni di default non dovessero soddisfarci, potremo sempre prenderci la briga di creare uno show tutto nostro, personalizzando ogni singolo aspetto della trasmissione: dai giorni in cui finirà in TV al numero di incontri necessari per la difesa di un titolo.
Sebbene WWE Universe offra già di per sé ore ed ore di divertimento, gli sviluppatori non hanno certo dimenticato di includere in WWE ’12 una modalità “storia”, una vera e propria campagna in cui dovremo affrontare diversi incontri legati da una trama. La campagna, intitolata Road to Wrestlemania, si divide in tre atti, in cui rispettivamente controlleremo Sheamus, Triple H e un wrestler fittizio, Jacob Cass. Come è facile prevedere dal titolo, obiettivo finale dell’intera modalità sarà giungere all’ambitissimo evento Wrestlemania, facendosi strada tra intrighi, alleanze segrete tra wrestler e altre simili nefandezze che faranno la gioia di tutti gli appassionati.
Botte da orbi
Novità sostanziale del titolo è però costituita dal gameplay sul ring, naturalmente vero cuore pulsante dell’intera esperienza. Abbandonata la leggera componente free-roaming, WWE ’12 ci lancia direttamente in una lunga sequenza di incontri, offrendo uno stile di gioco più lineare, ma al contempo più intenso che in passato. Le astruse e a volte irragionevolmente complicate combinazioni di tasti necessarie per eseguire alcune mosse hanno ceduto il posto a controlli più accessibili, immediati e naturali. Forse il livello di difficoltà ne è uscito leggermente abbassato, ma una maggiore immediatezza dei controlli si traduce anche in inedita spettacolarità degli incontri. In generale, buona parte delle prese e degli attacchi sono contestuali (cioè legati alla posizione dei due wrestler), e restituiscono un senso di verosimiglianza decisamente superiore a Smackdown vs Raw. Il realismo (se di realismo si può parlare) ha tratto beneficio anche dalla Predator Technology, una feature implementata dagli sviluppatori perché i movimenti e le collisioni tra lottatori appaiano credibili e mai “robotiche”, come invece spesso accadeva nei titoli precedenti; rimane qualche perplessità nei non rari momenti in cui tre wrestler si azzuffano contemporaneamente, ma in generale la qualità delle animazioni è ben più che soddisfacente. Intanto, l’assenza di un’interfaccia di qualunque tipo favorisce l’immersività e avvicina ulteriormente gli incontri a quelli televisivi. Piuttosto che da una canonica barra della salute, lo status del nostro alter ego sarà indicato da alcuni particolari effetti audiovisivi: lo schermo prenderà a sfocarsi, e il lottatore faticherà a camminare o a riprendersi quando stordito. Le uniche “intromissioni” sono date da alcune scritte che saltuariamente appaiono a schermo, come una lettera F quando è possibile eseguire una finisher o la scritta Breaking Point mentre si sta tentando una sottomissione, durante la quale sarà necessario premere all’impazzata un dato tasto.
World Wide Wrestling
Ovviamente, una volta visto più o meno tutto ciò che c’è da vedere in single player, non rimane altro da fare che sfidare qualche amico (o qualche sconosciuto) in locale oppure online. La modalità multigiocatore ha subito qualche modifica, ma in larga parte non si discosta poi così tanto da quelle dei titoli precedenti, se non nella giocabilità e nei controlli rinnovati cui accennavamo qualche riga fa. Interessante peculiarità di WWE ’12 è data dalla modalità Creazione, sostanzialmente un piccolo editor in cui è possibile trafficare tra decine di opzioni, tutte dedite a creare la propria arena personalizzata o il proprio lottatore. Tutto è customizzabile: dall’aspetto meramente estetico all’entrata, al background del personaggio e tanto altro. Tutto è condivisibile online direttamente sul network dedicato al gioco, che quest’anno si fregia tra l’altro di server proprietari, che (almeno in teoria) dovrebbero garantire maggiore stabilità. Purtroppo, come avviene con molti titoli del momento, per giocare online occorre possedere un pass speciale, incluso nella confezione originale del titolo o acquistabile a parte (nel caso il prodotto sia usato). Con un po’ di amarezza segnaliamo che molti contenuti sono parimenti acquistabili tramite DLC: alcuni dei lottatori più blasonati, come Edge o The Rock, non sono giocabili nel prodotto base.
Bello impossibile
Tecnicamente, WWE ’12 non è di sicuro un titolo che passerà alla storia, ma benché non possa vantare di un motore particolarmente performante non è certo povero nel dettaglio grafico. E’ stata riposta un’attenzione maniacale nel riprodurre le fattezze dei vari lottatori (che hanno prestato anche le proprie voci per il doppiaggio del titolo), e in generale l’intera arena, dal pubblico alle coreografie, appare davvero piacevole alla vista, specialmente grazie alle già succitate animazioni, che sebbene non perfette risultano ben più gradevoli che in passato. Ultimo appunto va al comparto audio, di una spanna superiore a quello estetico: come già detto, tutto il gioco è stato doppiato dalle star dello show – inclusi i simpatici telecronisti e le battutine ironiche a cui sono abituati tutti i fan storici di WWE.
Conclusioni
WWE ’12 è un coraggioso (e riuscito) tentativo di trasformare un mero adattamento videoludico in un’esperienza a 360 gradi. Non solo le ore di gioco e di divertimento garantite sono moltissime, ma la qualità intrinseca delle stesse è sorprendente. Un sistema di controllo rinnovato e accessibile rende i combattimenti più “fisici” e spettacolari che mai, e il sistema di animazioni, sebbene non perfetto, funziona alla grande. Peccato solo per la mole di contenuti aggiuntivi da scaricare a parte: una “furbata” che THQ avrebbe potuto risparmiarsi. Per il resto, WWE ’12 è in assoluto il miglior titolo a base di wrestling in circolazione: a tratti, è persino meglio della trasmissione.