Si chiedevano gli antichi: meglio la forma o meglio la sostanza? Un’enigma di ben difficile soluzione, una discussione che è perdurata nei secoli. E’ meglio essere belli o avere tanto da dare? Una domanda applicabile in tantissimi campi, dall’amore fino a (ebbene sì) i videogiochi. Vi starete chiedendo perché anche nei videogiochi, e noi siamo qui apposta per spiegarvelo. Protagonista: Battlefield 3 , l’ultima fatica di casa DICE sotto le blasonate insegne di Electronic Arts . Armiamoci e partiamo.
Roll the DICE
Battlefield 3 è la terza incarnazione della serie principale di FPS bellici di EA, che non si vedeva da almeno 6 anni in circolazione. Dopo gli apprezzati spin-off targati “Bad Company”, DICE torna alle origini, allo sparatutto che tante soddisfazioni ha dato in passato e che gli appassionati indicano come l’alfiere del combattimento tattico, a dispetto della deriva a cui gli FPS multiplayer online stanno andando negli ultimi anni, sempre più votati al gioco frenetico, alla velocità e alla superficialità del gameplay. Ma questa volta, DICE è decisa a fare le cose in grande, non limitandosi a fornire un’esperienza tattica profonda, ma mettendo il tutto all’interno di una “confezione” di primissimo ordine, unendo ad una sostanza universalmente riconosciuta anche una forma di alto livello. Lo strumento che permette tutto ciò ha un nome: vi presentiamo il motore Frostbite 2, vero fiore all’occhiello della produzione targata DICE, un engine che non solo promette di gestire un livello di dettaglio grafico elevatissimo, ma anche e soprattutto distruggere qualsiasi cosa… o quasi. L’intento è tanto ambizioso quanto nobile, ma arrivati al lancio, alla prova del nove, il risultato è allo stesso livello? Svisceriamo insieme l’FPS più atteso (e controverso) del momento.
La solitudine
Per quanto riguarda la campagna in singolo, Battlefield 3 ci mette nei panni del sergente Blackburn, un marine arrestato per non si sa quale motivo (almeno all’inizio) che narra agli agenti della Sicurezza Nazionale gli eventi dei giorni precedenti. Scopriremo che il nodo del problema sono dei guerriglieri Iracheni che hanno trafugato tre bombe atomiche in miniatura, e che il loro piano è tutt’altro che benaugurante. Nelle varie missioni quindi vivremo sostanzialmente dei flashback, entreremo in azione negli eventi che hanno condotto all’interrogatorio di Blackburn. Ma non impersoneremo solo il buon Sergente americano, saremo anche un mercenario russo in missione a Parigi, il pilota di un carro armato fino anche al cannoniere di un caccia. Sulla carta insomma le situazioni proposte dalla Campagna di Battlefield 3 sono tante, varie, e anche divertenti. A sorreggere tutto, il titanico Frostbite 2 che regala visuali mozzafiato, con effetti di luce davvero mai visti prima e la possibilità di interagire con gran parte dell’ambiente. Avete letto bene: “gran parte”. La decantata distruzione non è così totale, ma presenta alcuni limiti, alcuni comprensibili (non si può pretendere di tirare giù la facciata di un palazzo con un mitragliatore, oggettivamente), altri invece un po’ più tendenti all’assurdo, tipo le sedie che evidentemente vengono dalle Highlands della Scozia e di anche solo spostarsi non ci pensano proprio. La campagna quindi scorre sulle ali del Frostbite per le sue 6 ore (non tante, ma comunque in linea con un genere che non nasce per il single player), liscia come l’olio. Forse troppo liscia: intendiamoci, Battlefield 3 è veramente mozzafiato alla vista e divertente pad alla mano, ma la campagna manca di quel “quid”, quegli “oh sh** moments” che fanno la differenza tra un bellissimo gioco e un capolavoro indiscusso. “Bella senz’anima”, cantava il Cocciante; tutto sommato però, il complesso è ben sopra la media, con gli unici difetti imputabili a problemi congeniti del genere degli FPS moderni (una linearità molto marcata, alcuni punti di respawn chiaramente individuabili, l’IA dei nemici che non sempre si dimostra credibile).
Se stiamo insieme ci sarà un perché
Da una parte abbiamo la campagna in singolo, dall’altra il multiplayer competitivo. In medio stat co-op (anche i non latinisti sicuramente avranno capito). Battlefield 3 propone anche una serie di missioni affrontabili via Internet in cooperativa con 3 amici, un assaggio di gioco di squadra sicuramente in vista delle serratissime sfide della modalità multiplayer competitiva. Si tratta di una modalità che prende decisamente gli elementi migliori della campagna in singolo (il comparto tecnico, la giocabilità di livello) e aggiunge in più la necessità di avere qualcuno al nostro fianco. E proprio di necessità si tratta, perché la difficoltà di questi incarichi è decisamente settata verso l’alto, sia che si tratti di scortare un obiettivo sensibile al punto di estrazione, che di un’irruzione. I dubbi che già sono sorti di fronte alla campagna in singolo non vengono di certo fugati, e anche la mancanza di una trama che unisce le missioni non aiuta certo, ma anche qui il gioco in senso stretto è talmente ben orchestrato e bello da vedere che l’esperienza non viene intaccata per niente. Nulla che sposti le montagne, sia chiaro, ma sicuramente una piacevole aggiunta che non guasta mai. Ma arriviamo al vero cuore pulsante di ogni FPS bellico odierno degno di questo nome. La croce e delizia di migliaia di giocatori: signori e anche signore, è giunto il momento di analizzare il multiplayer di Battlefield 3 .
Il profumo del napalm la mattina
Quattro modalità, nove mappe, quattro classi. Questi sono solo alcuni dei numeri che la modalità multiplayer di Battlefield 3 ci mette davanti, ma andiamo con ordine. Possiamo scegliere prima di tutto la modalità di nostra preferenza tra il classico Deathmatch da soli o a squadre, la modalità Corsa in cui saremo chiamati con la nostra squadra ad avanzare da una zona all’altra della mappa respingendo i difensori (o viceversa, se saremo tra questi ultimi) e la modalità Conquista. Scelto a che gioco vogliamo giocare possiamo decidere lo scenario, e qui c’è veramente roba per tutti i gusti. Le mappe vanno dagli scenari urbani della già famosa Operation Métro , alle distese dell’enorme Caspian Border, fino al base jump a prova di arterie di Damavand Peak. Gli ambienti sono ricostruiti nei minimi dettagli, e qui la componente di distruzione regalata dal Frostbite 2 è senza dubbio più palpabile, con conseguente divertimento ai limiti del delirio di onnipotenza nel tirare giù barriere, muri e altro con carri armati, caccia e elicotteri. Se pensate però che il multiplayer di Battlefield 3 sia un mero tiro al bersaglio, vi sbagliate. Come detto prima qui la guerra è una cosa seria e richiede un impegno collettivo per arrivare il successo. Ognuno deve fare la propria parte e quindi ognuno avrà il suo ruolo distinto. Quattro sono le classi disponibili per i giocatorin in Battlefield 3 , ognuna con una funzione ben precisa: l’Assalto, che combina il combattimento a medio raggio e le funzioni del medico, l’Ingegnere, che ripara o distrugge i veicoli e può anche disarmare gli esplosivi, il Supporto, maestro del fuoco di soppressione e fornitore ufficiale di munizioni, e il Ricognitore, esperto cecchino e specialista di esplosivi. Ognuna di queste classi distingue in maniera netta il gameplay, fornendo quindi una grande varietà al gioco, e richiede un’interpretazione fedele del ruolo scelto. La differenza fra una squadra in cui ognuno gioca per conto proprio e un team di giocatori ben amalgamati e cooperativi è mostruosa, ed è un vero e proprio incentivo ad adottare uno stile di gioco più ragionato. Giocando in un determinato ruolo, si può accumulare esperienza e crescere di livello nell’utilizzo di quella classe, arrivando così a sbloccare nuovo equipaggiamento apposito. Ogni classe ha il suo specifico percorso di crescita, aspetto che quindi invita a testare tutte i ruoli e a viverne lo sviluppo passo per passo.
Tra un carro armato, due bombe, l’assalto alla Metro di Parigi e un fuoco di fila al Grand Bazar, il multiplayer di Battlefield 3 scorre fluido e impegnativo, esattamente ciò che i fan della serie si aspettano e che i neofiti apprezzeranno, soprattutto se non hanno esattamente a cuore il gioco molto più frenetico della concorrenza. Nel multiplayer abbiamo una differenza tra le versioni console e PC con le prime a supportare il gioco in competitiva fino a 32 giocatori, mentre la seconda a proporre per la modalità Conquista il ben più alto numero di 64 giocatori in contemporanea. Questo si riflette su console in una concentrazione inferiore dei giocatori, che se da un lato permette di vivere con più calma e studio le situazioni, dall’altro può far storcere il naso a chi vuole azione al 100%. Questione di gusti comunque, quel che è certo è che il comparto multiplayer online di Battlefield 3 è la gigantesca punta di diamante della produzione e porta al massimo tutti gli ottimi aspetti su cui ha lavorato DICE.
I morsi del freddo
Sul comparto tecnico, Battlefield 3 sbaraglia decisamente qualsiasi oppositore. Il Frostbite 2 alla sua prima apparizione urla chiaro e forte che c’è un nuovo sceriffo in città. Sicuramente il PC è la piattaforma in cui questo predominio si mostra nel pieno della sua forza, a patto di avere un bolide bello potente: su un computer degno di questo nome, Battlefield 3 sfoggia l’assoluta eccellenza in termini di texture, animazioni, illuminazioni, effetti particellari, scala visiva e orizzonte grafico. Sia che stiate solcando i cieli all’interno di un cockpit dal vetro graffiato, sia che siate a combattere in mezzo ai pozzi di petrolio del Medio Oriente, ciò che vedrete sarà estremamente vicino al fotorealismo, grazie ad una cura dei dettagli impressionante (davvero di nota sono soprattutto le texture delle superfici e l’illuminazione) e ad una grande imponenza dell’ambiente. Sia su PC che su console (ovviamente con un visibile downgrade, e con la necessità di installare le texture in HD per la versione Xbox 360), Battlefield 3 alza decisamente l’asticella per tutti coloro che volessero cimentarsi con lo sviluppo degli FPS. Ad accompagnare cotanta meraviglia grafica, si affianca un sonoro anche qui curato all’inverosimile, con soprattutto i suoni delle armi vicinissimi alle controparti reali. A impedire la perfezione assoluta purtroppo ci sono diversi problemi di aliasing e alcuni bug che per un gioco di questa caratura diventano vicini all’imperdonabile (certe compenetrazioni di poligoni sono imbarazzanti), ma resta chiaro che Battlefield 3 mostra alla grande che questa generazione (soprattutto di console) ha ancora diverse frecce di grande spessore al suo arco.
Commento
Battlefield 3 è un gioco che ha portato con sé fino al suo lancio un hype pazzesco (nonostante una beta a dir poco non esaltante) e che ha quasi totalmente soddisfatto l’attesa che lo circondavano. Il gameplay è granitico, profondo e ragionato, il comparto tecnico è semplicemente senza precedenti. Purtroppo non è esente da pecche, soprattutto il single player (aspetto su cui molti sorvoleranno, ma che rimane comunque importante) mostra il fianco ad alcune critiche, su tutte la mancanza di un’azione con quella spettacolarità a cui altri giochi ci hanno abituati. Detto questo, EA regala agli appassionati di FPS di tutto il mondo un vero e proprio must have, uno di quei giochi che non rappresenta la perfezione assoluta, ma merita a pieno titolo tre “A” marchiate in copertina. I concorrenti sono avvisati, è scesa una nuova forza in campo.