Brusco ritorno al passato
Dopo la recensione di Resident Evil 4 HD, che potete consultare su queste stesse pagine, è il momento di concludere l’analisi della Resident Evil: Revival Selection con Resident Evil: Code Veronica X HD , disponibile su XboxLive e PSN al costo di 1680 Microsoft Point/ 19,99 euro.
Sono passati esattamente dieci anni dal suo primo esordio su Dreamcast, ma Code Veronica rimane ancora oggi uno dei capitoli più amati dagli appassionati della serie horror Capcom . Se Resident Evil 4 fu a tutti gli effetti l’episodio della transizione e del cambio di rotta della saga, Code Veronica fu quello del rinnovamento e viene considerato da molti come l’ultimo canto del cigno della componente horror cosi come l’abbiamo interpretata e vissuta nei primi tre giochi Biohazard.
Anzitutto, sia assiste per la prima volta al cambio di ambientazione: dalle pericolosissime strade di Raccoon City si passa alla misteriosa isola di Rockford Island in Europa e al laboratorio segreto Umbrella in Antartide. La grafica prerenderizzata cede il posto a scenari completamente tridimensionali, ma senza dire addio alle amate e ansiogene inquadrature cinematografiche, dove quello che non si vedeva poteva sbucare all’improvviso da un momento all’altro. L’ultimo capitolo (se si escludono le esclusive Gamecube, Rebirth e Zero) dedicato alla paura di rimanere senza munizioni, alle opere d’arte che nascondevano enigmi da risolvere per procedere e agli amati quanto lentissimi zombie che bramavano carne umana.
Sfortunatamente, il porting rilasciato da Capcom per festeggiare il quindicesimo anniversario della serie, è cosi imbarazzante da sfigurare davanti alle precedenti versioni Dreamcast, PS2 e Gamebube, rovinando inesorabilmente le aspettative dei fan e dei novizi desiderosi di rivivere il passato della serie. Cerchiamo di capire insieme perché questa edizione HD va evitata come la peste.
Orrori di famiglia
Protagonista della prima parte della nostra terrificante avventura, è la bella e coraggiosa Claire Redfield, l’eroina di Resident Evil 2 che, assieme a Leon S. Kennedy, è riuscita a scampare all’orrore di Raccoon City causato dai disastri creati dalla Umbrella Corporation. Ma la sua missione è solo cominciata: la ricerca di suo fratello Chris, ex agente S.T.A.R.S. (e protagonista del primo e del quinto capitolo), la condurrà a Parigi, nelle sede della multinazionale, dove crede che il fratello sia imprigionato. Sfortunatamente, la giovane studentessa viene braccata e imprigionata nell’isola di Rockford Island. A complicare la situazione, il rilascio improvviso di T-Virus e un attacco sull’isola da parte di un nemico misterioso, scatenano l’inferno e Claire è costretta a rassegnarsi al suo destino. Per sua fortuna, Chris è al corrente delle ricerche della sorella e farà di tutto per salvarla da questo ennesimo pandemonio a base di non morti e armi batteriologiche, create dai componenti della misteriosa famiglia Ashford, che custodiscono gelosamente il letale Virus T-Veronica.
La storia è tra le più avvincenti di tutta la serie: i legami di famiglia sono il tema centrale della trama, e non è un caso se i nemici dei fratelli Redfield siano i sadici gemelli Ashford.
Ma oltre alle new entry, come l’avventato ma eroico Steve Burnside, non mancano i fantasmi del passato, pronti a sbucare sul più bello e a sorprendere chi pensava che i morti rimanessero sepolti nelle proprie bare.
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Bauli e nastri d’inchiostro
Nonostante le sensibili novità (nel 2001 decisamente rivoluzionarie) apportate alla serie, Code Veronica X sfoggia il gameplay “vecchia scuola” , basato più sull’esplorazione che sull’azione irruente, che tanto ha donato alla serie: movimenti lenti e impacciati (vedere Claire e Chris girare su se stessi è pietoso oggi come allora), fughe dai nemici preferibili agli scontri aperti, poche munizioni, pochi slot nel nostro inventario e i più classici bauli per contenere di tutto e i nastri a inchiostro da trovare per salvare la nostra partita.
Non si può scegliere un determinato livello di difficoltà a inizio partita: per fortuna essa risulta ben bilanciata e nonostante alcuni passaggi impegnativi, l’esperienza non si rivela mai ostica. Come da tradizione, troverete armi e munizioni nel corso della vostra avventura, compresi oggetti chiave senza i quali non potrete proseguire. Interessante l’idea delle armi doppie, come pistole e mitragliatrici, in grado di centrare due nemici contemporaneamente.
Tra sparatorie, fughe ansiogene, scontri con boss veloci e temibili e risoluzione di piacevoli enigmi, la longevità del titolo vi garantirà ben 15 ore di gioco (un risultato encomiabile nel genere survival horror), alle quali si aggiungono quelle dedicate alla modalità Battle Mode. Nei panni dei protagonisti e di qualche personaggio secondario, dovrete affrontare alcuni livelli in una corsa contro il tempo per raggiungere il miglior punteggio. La cosa interessante è che potrete scegliere se optare per la visuale in prima o in terza persona.
HD – Alta Distruzione
La conversione di Resident Evil 4 HD ha destato più di una polemica, a causa del pigrissimo lavoro svolto da Capcom. Ma l’alta definizione, appena visibile nel titolo dedicato a Leon Kennedy e alle Las Plagas, risulta praticamente inesistente in Code Veronica. E’ quasi imbarazzante ammetterlo, ma Capcom si è semplicemente preoccupata di far passare la versione originale per un porting in alta definizione, lasciando le cose al loro posto e automaticamente rovinando tutti i pregi tecnici del titolo. Su PS3 (versione testata per questa recensione), il risultato di questa infelice mossa per vendere senza muovere un mouse, ha portato all’oscurità totale degli ambienti di gioco per mascherare la vecchiaia del titolo e a texture spalmate a forza su schermi HD in 720p, che appaiono di conseguenza orribili. I colori risultano completamente sbiaditi e l’unico cenno di novità sta negli effetti particellari, adesso leggermente più dinamici. Ma l’effetto gradevole del fuoco e dell’acqua non è sufficiente a giustificare i frequenti cali di frame rate e i rallentamenti nelle fasi più concitate. Nemmeno i video in CG e le sequenze di intermezzo sono state risparmiate, mostrando una pessima cura sin dalle primissime fasi di gioco. Infine, i sessanta fotogrammi al secondo hanno reso i movimenti di Claire e Chris più veloci, o per meglio dire, ancora più impacciati di quanto già non fossero.
Il lavoro svolto distrugge quanto costruito più di dieci anni fa: ambientazioni inospitali come basi segrete sottoterra e magazzini semi-congelati in Antartide; locations più familiari come magioni infestate e camere delle torture nascoste sotto i nostri piedi. Senza contare i mostruosi boss di fine livello, assolutamente pregevoli da contemplare.
Trascurato il comparto audio (per nostra fortuna), le musiche e il doppiaggio inglese sono rimasti intatti: musiche ed effetti speciali noti ai conoscitori della serie faranno sorridere e rievocheranno momenti di pura nostalgia.
Unica vera consolazione sono i sottotitoli in italiano, assenti nella versione PS2.
Conclusioni
Resident Evil: Code Veronica X HD è l’esempio lampante di come la moda dell’alta definizione degli ultimi tempi sia, nella maggior parte dei casi, uno sporco e deplorevole mezzuccio commerciale per racimolare soldi senza muovere un dito. Di HD questo porting ha solo il logo accanto al titolo: non solo questo capolavoro di dieci anni fa, pietra miliare per gli amanti della storia di Resident Evil, è stato dissacrato e rovinato, ma peggio, proposto al non proprio economico prezzo di 19, 99 euro. Labile è il confine tra truffa e presa in giro d’altronde.
Non ci sentiamo di consigliare questa edizione al pubblico, non solo agli appassionati che conoscono il gioco a menadito, ma anche e soprattutto ai profani, che farebbero meglio a procurarsi le versioni del passato (in primis quella Gamecube), in grado ancora oggi di regalare emozioni forti, lontane da un presente in cui ogni scusa è buona per riesumare capolavori senza la minima cura per il dettaglio e il minimo rispetto per i videogicoatori.
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