Dopo il recente successo del meraviglioso nono capitolo della serie ‘Mortal Kombat’, con il quale una rinata Midway, fenice risorta col nome di Netherealm Studios, ha riscritto tutte le regole del combattimento violento grazie a un ritorno al suo glorioso passato, WB Games ritorna a calcare i meandri del mondo esterno portando sulle console di nuova generazione i primi tre episodi di questo caos insanguinato grazie a questa “Mortal Kombat Arcade Kollection”: per la prima volta il primo e il secondo torneo guadagnano una riproposizione sulle macchine odierne (il terzo capitolo aveva già mosso i ‘primi pugni’ in passato, in questo senso, e vanta una lunga presenza fissa sulle mensole virtuali di Xbox Live Arcade); un libro di storia pieno di macchie vermiglie, urla di dolore e sadiche risate. Resta da capire se ci troviamo di fronte a una pagina dedicata, con gioia, ai giocatori nostalgici o se si tratta semplicemente di una nuova fatality per i nostri portafogli.
Choose your destiny… Again!
“Mortal Kombat Arcade Kollection” recupera, come già accennato, gli episodi ‘Mortal Kombat’, ‘Mortal Kombat II’ e ‘Ultimate Mortal Kombat 3’, li rivitalizza e li unisce tutti in un unico pacchetto a basso prezzo, per essere nuovamente goduti e fruiti da esperti e neofiti. Le differenze tra questi titoli, tuttavia, non sono poche e il tempo trascorso dalla loro uscita non ha fatto che rendere tutte queste diversità sempre più evidenti. Il primo “Mortal Kombat”, che comprendeva soltanto sette, ormai leggendari, sfidanti va guardato davvero come fosse un piccolo film di altri tempi: le reazioni che aveva scatenato quando, nel 1992, piombò nelle sale giochi di tutto il mondo erano legate, principalmente, alla copiosa presenza di sangue, scaturito dalle tante ferite inferte da ogni singolo colpo. Il gameplay, tuttavia, ha sempre sofferto di una certa meccanicità, con richieste di movimenti troppo precisi: una fluidità deperita che, vent’anni dopo, fa sentire tragicamente il suo peso. Ecco che, nell’ottica di questa kollezione, “Mortal Kombat” si staglia solo come un pezzo da museo, da mostrare agli amici e agli appassionati per far nascere una risata sui loro volti, forse un ghigno, forse una lacrima: le reazioni lente dei comandi appartengono, ormai, ad un altro universo e il divertimento che scatenano non è generato da una comune furia di gioco quanto da una gioia per avere appreso quell’infausto “gioco nel gioco” che vive nel dover tradurre ogni combo e ogni mossa speciale in un zigzagare delle dita poco immediato e poco convincente. Con “Mortal Kombat II” le cose erano cambiate, già allora: cinque personaggi in più, una trama più definita e una ripulitura essenziale del sistema di controllo, insieme alla aggiunta di Babality e Friendship per concludere gli scontri in allegria; ogni combattente possedeva un comparto mosse più vasto e ad ogni azione cominciava a sovrapporsi una fiacca ma più accesa azione, una corrispondenza biunivoca che nel primo episodio era quasi completamente assente. “Ultimate Mortal Kombat III” chiude la parata con l’arrivo inaspettato della corsa, delle combo in velocità e di altre terribili chiusure di combattimento, come le Animality: tuttavia, è proprio il sistema di combo, così lontano dai meccanismi che gli episodi precedenti offrivano, che lo rende più complesso e meno immediato da giocare, obbligando diversi giocatori a perseveraer in una storica preferenza per il secondo torneo. Alle normali modalità Arcade, lasciate, come si conviene, nella loro forma originale, si aggiunge una minimale modalità multigiocatore online: potremmo prendere parte, per ogni gioco, a Partite Veloci, Kombat Amichevoli e Kombat Classificati e questi ultimi avranno un sistema di punteggio utile a garantire incontri bilanciati contro avversari allo stesso livello di esperienza. L’unico, grave problema di questa modalità è il suo essere afflita, in ogni condizione di connessione, da lag così evidenti da rendere alcune sfide ancora più meccaniche di quanto già il titolo, da solo, non richieda.
Incoerenza traditrice
Quando ci si trova di fronte a una qualsiasi collezione di giochi è necessario avere un occhio di riguardo per tutti gli aspetti tecnici, specie se, come in questo caso, si tratta di un raggruppamento storico, avvenuto per la prima volta sulle console odierne. Dal punto di vista grafico non troviamo nessun vero e proprio miglioramento, con ogni titolo proposto con la sua risoluzione originaria, seppur adattata alle nuove televisioni diventando, in alcuni casi, leggermente granulosa; nel menù delle opzioni sono disponibili alcuni filtri grafici che permettono di modificare l’esperienza visiva globale con diverse combinazioni: tra queste è d’obbligo citare la combinazione “Arcade” e “Cabinato”, capace di donare alla visuale un aspetto incurvato e di inserire nel gioco le scanalature tipiche dei vecchi schermi a tubo catodico delle sale giochi, creando un effetto visivo dal sapore antico capace, davvero, di riportare alla mente i fumosi meandri di quei luoghi magici che, per primi, hanno ospitato “Mortal Kombat”. Tutti i più grandi conoscitori della serie, tuttavia, noteranno diversi errori in varie sezioni del comparto sonoro: molti effetti sono stati rimasterizzati parzialmente, modificati e mescolati malamente ad elementi dal sound sfocato, rimbombante e poco preciso; alcuni suoni, come gli applausi del primo “Mortal Kombat”, sono stati completamente eliminati e riregistrati da zero, con una maggiore qualità audio ma con un minore impatto uditivo; da ultimo, alcune colonne sonore di sottofondo e certe voci, di tanto in tanto, si interrompono o scompaiono senza ragione per una cattiva gestione e riorganizzazione dei canali audio. Non si tratta di aspetti che rendono il gioco meno godibile dal punto di vista del puro gameplay quanto piuttosto di una serie di incoerenze che, complice un maldestro marasma di errori, rischia di rovinare la percezione di questi titoli per chiunque abbia abbastanza esperienza sulle spalle da poter notare queste differenze: scaramucce di poco conto per i nuovi arrivati ma una vera e propria, violentissima fatality per chiunque abbia questi tornei marchiati a fuoco nel proprio cuore. Non si riesce a comprendere la ragione che possa aver condotto Netherealm Studios a commettere un simile coacervo di sviste, specie se si guarda indietro alla precedente release digitale di “Ultimate Mortal Kombat 3”, rilasciato ormai da anni senza la minima ombra di simili pecche.
Conclusione
“Mortal Kombat Arcade Kollection” è una moneta con due facce molto diverse: per chiunque voglia avvicinarsi alla affascinante storia dell’universo di ‘Mortal Kombat’ è una efficace ed economica collezione, con diversi problemi che, con un po’ di fortuna, potrebbero essere risolti in futuro con un semplice aggiornamento; per chi vuole rivivere la propria gioventù attraverso il rosso colore della passione per il combattere si tratta, invece, di un limitato affronto al ricordo, un inaspettato attacco alla nostalgia. La carne al sangue che viene, lentamente, arrostita sul virtuale fuoco della memoria ha un aspetto poco invitante: la mano rischia di avvicinarsi troppo velocemente al telecomando, nella disperata ricerca di ammutolire la televisione mentre ogni router, ogni cavo e ogni controller rischiano, con velocità simile, di ritrovarsi a capitombolare contro la prima parete, a fronte di una modalità multigiocatore da rivedere fin dalle prime basi. Ed è un peccato, perché il recente ritorno alla gloria di questo franchise ha risvegliato in molti una nuova sete di conoscenza per il suo passato, per le sue oriini: non è giusto che il calice da cui attingere debba essere, per alcuni, così amaro, così incompleto.