La saga di Alien è certamente uno degli universi cinematografici più affascinanti, e conturbanti, che si siano mai visti. Una genesi travagliata, figlia delle influenze di numerosi romanzi e di una certa cinematografia di Serie B, tra le pellicole di riferimento è interessante analizzare Terrore nello spazio del mitico Mario Bava, e proseguo se possibile ancora più tortuoso. La sceneggiatura originale era nata da più menti, con evidenti problemi di attribuzione tra le stesse, e la scissione dello script originale in un romanzo omonimo e per certi versi parallelo a quello del film. La serie di Alien è una delle più interessanti del panorama cinematografico mondiale per numerosi aspetti, su tutti spicca la netta diversità di una pellicola dall’altra, in quanto ogni film è firmato da registi diversi, che quindi hanno tagliato e plasmato la pellicola in base alla propria formazione e visione delle cose. L’incredibile forza forse sta proprio in questo, quattro film perfettamente consequenziali narrativamente, senza contraddizioni evidenti, eppure così diversi. Alien, di Ridley Scott, esalta la paura e l’ignoto come paura primordiale, sette anni dopo uscirà Aliens, di James Cameron, che è una sorta di antitesi del capostipite, incentrato sull’azione frenetica piuttosto che sulla paura, e con grande importanza del ruolo materno di Ripley. Nel 1992 è arrivato Alien3 , sottovalutato e incompreso progetto di David Fincher, che riporta la saga a una concezione antropologicamente quasi primitiva, una sorta di claustrofobica lotta alla sopravvivenza in un “pianeta prigione” che doveva chiudere la saga. Infine nel 1997 esce Alien Resurrection, del francesce Jean-Pierre Jenuet, il più debole dei quattro film ma che comunque si rivela un prodotto interessante e dai temi piuttosto impegnati, con alcune intuizioni notevoli, su tutte la rilettura del personaggio di Ripley in una chiave “aliena”.
La saga ha avuto numerose trasposizioni ludiche, sin dagli albori dei videogiochi negli anni 80; citiamo giusto alcuni titoli del passato più recente, escludendo ovviamente il franchise spin-off di Alien VS Predator . In primis il riuscitissimo tie-in omonimo di Alien?, sottoforma di shooter a scorrimento laterale per Super Nintendo, anche il cabinato arcade (pensato come rail shooter) sviluppato da Sega basato (in realtà molto liberamente) sempre sul film di Fincher, e infine Alien Trology (per PSX, Saturn e PC) che era una vera e propria trasposizione di primi tre film in formato FPS, con uno stile simile a quelli dei primi FPS targati id Software . Finalmente dopo anni di gestazione, Aliens: Colonial Marines , l’ambizioso progetto di Gearbox, è quasi pronto a vedere la luce, ed eccovi le nostre impressioni sul gioco che ogni fan della quadrilogia attende più di ogni altro.
A metà strada
Dal punto di vista narrativo il film riprende quanto visto in Aliens, ma non dal punto di vista di Ripley ma di altri marine che, esattamente come nel film di Cameron, si troveranno sul pianeta dei coloni. Per colpa di un incidente durante una ricognizione nello spazio, i militari si troveranno ad affrontare intere orde di xenomorfi. Anche da un punto di vista dello svolgimento sembra proprio che il gioco calcherà le orme del secondo film.
Gameplay adrenalinico
Il ritmo incalzante e l’azione frenetica di Aliens sono parte integrante del prodotto Gearbox. Il giocatore sarà impegnato in scontri a fuoco sin dalle prime battute di gioco e, seguendo il film del regista canadese, il nostro gruppo di marine sarà spesso numericamente inferiore a quello degli xenomorfi. Alle furiose sessioni di sparatorie si alterneranno i momenti di “attesa”, e in questi momenti utilizzeremo il rivelatore radar. Gli sviluppatori hanno avuto la buona idea di non renderlo sempre presente su schermo, come nel recente Aliens Vs Predator , ma di equipaggiarlo a parte, in modo che per poterlo utilizzare saremo costretti a posare per un attimo l’arma. L’equipaggiamento rispecchia in modo molto fedele quello cinematografico, sia da un punto di vista estetico che della campionatura audio, dettagli che i fan apprezzeranno molto. L’unica concessione rispetto ai classici, è la presenza di un nuovo xenomorfo leggermente diverso. Sarà interessante provare l’intelligenza artificiale degli alien, e il loro comportamento in gruppo. Gli sviluppatori hanno promesso comportamenti molto simili a quelli visti nelle pellicole, quindi possiamo immaginare agguati nel buio e, di conseguenza, numerosi anfratti negli scenari in cui gli alien possano nascondersi. Questo sarà un altro elemento fondamentale al fine di ricreare l’atmosfera cinematografica.
Aspetto tecnico e multigiocatore
Da un punto di vista tecnico, nonostante i tanti anni di sviluppo dei titolo presso gli studi Gearbox, Aliens: Colonial Marines s’è presentato davvero in ottima forma, forse in modo anche superiore a quanto ci si aspettasse. Molta attenzione è stata posta sui modelli poligonali degli alien, dai singoli dettagli alla loro notevole complessità: stessa cura con cui sono state ricreate le loro silenziose movenze. Purtroppo gli scenari sono risultati meno dettagliati ma, anche grazie al buio e alla claustrofobicità degli ambienti, colpiscono di meno l’occhio. In ogni caso non è auspicabile un miglioramento della qualità media delle ambientazioni, anche visto il molto tempo che ci sapera dall’uscita del gioco (previsto per la primavera 2012). Sarà da testare, naturalmente, il livello qualitativo per tutta la durata del gioco, e da non sottovalutare anche la tenuta del motore grafico e relativo frame-rate, visto che gli sviluppatori hanno fatto ben intuire che gli xenomorfi attaccheranno numerosissimi, presumibilmente anche nell’ordine delle decine alla volta. Non è chiaro se siano previste o meno modalità competitive, mentre è certa la disponibilità della cooperativa. Potranno prendere parte quattro giocatori e, a schermo diviso, ci sarà la possibilità per il secondo giocatore di “entrare e uscire” liberamente. Non è escluso, in caso di assenza di modalità competitiva, un irrobustimento della modalità cooperativa online, portandola per esempio fino a sei se non addirittura otto giocatori.
Conclusioni
Finalmente Aliens Colonial Marines si presenta chiaramente ai nostri occhi, e lo fa nel migliore dei modi. Gearbox mostra come, nonostante i molti anni di gestazione, il loro progetto sia ancora meritevole di grande attenzione da parte del pubblico. Grande attenzione per i dettagli evocativi e cura nei particolari delle animazioni sia dei marine che degli alien, il gioco sembra avere le carte in regola per essere il miglior prodotto legato alla quadrilogia cinematografica. Il tempo che ci separa dall’uscita è, ahinoi, ancora molto, ma le prime impressioni sono sicuramente molto positive. Non resta che attendere primavera, e sperare che Gearbox sia in grado di ripagare l’hype e i moltissimi fan dei film che attendono da molti anni questo gioco.