Chi ha un po’ di anni alle spalle (videoludicamente parlando!) probabilmente ricorderà con una certa nostalgia il caro vecchio Dungeon Keeper. In un mercato che serviva (e serve tutt’ora) cliché su un piatto d’argento, senza riserve, la figura del mitico e temibile Dungeon Lord era un icona imprescindibile nell’immaginario comune di tutti gli amanti di giochi di ruolo, da tavolo e non. Ma, generalmente, il cattivo lo si ammazzava. Nel vecchio gestionale firmato Bullfrog, però, lo scopo non era quello di razziare tesori e ammazzare mostri; piuttosto, in quanto padroni indiscussi del temibile sotterraneo, il nostro incarico era quello di difenderci e respingere a tutti i costi paladini della giustizia e invasori di ogni tipo. Oltre all’uscita di un seguito però, il concept di Dungeon Keeper finì nel dimenticatoio – eccezion fatta per il discreto Evil Genius. Oggi, a distanza di anni, Realmforge propone un seguito spirituale, con una personalità tutta sua e meccaniche di gioco rinnovate: Dungeons.
Donna Cornuta…
Probabilmente, neanche i cattivissimi Signori del Male che dimorano sottoterra sono del tutto al sicuro dalle donne. La simpatica e flebile storia che fa da contorno alle missioni di Dungeons, infatti, non si apre nel più felice dei modi: Calypso, la cornuta (in senso letterale) e malefica mogliettina del nostro “beniamino”, lo ha tradito, spodestandolo e privandolo di tutti i propri immensi poteri e dei suoi sconfinati domini sotterranei. Nei panni del “povero”, “piccolo” signore del male, quindi, l’obiettivo principale del gioco sarà quello di riprendersi, pian piano, tutto il maltolto.
Per farlo, sarà necessario radunare un’armata – inizialmente composta, come da tradizione, da goblin entusiasti e non proprio furbissimi – e cominciare a scavare un nuovo sotterraneo da adibire a nuova dimora. Frattanto, però, occorrerà vedersela con ostacoli e difficoltà di tutti i tipi, come i “signorotti” locali, una volta gregari del protagonista, pronti ad estorcere le ricchezze del neonato dungeon, oppure avventurieri e cercatori di tesori. Solo con l’avvento di questi ultimi, però, ci si accorge di quale sia il vero ‘cuore’ del gameplay e del sistema economico di Dungeons. Sarà infatti necessario lasciare che i cosiddetti dungeon crawlers saccheggino tutti i nostri averi ed esplorino tutte le stanze del covo: solo allora sarà il momento di attaccare, e di prosciugare tutte le energie dell’eroe di turno in modo da aumentare il potere del Dungeon Lord. Grazie alla dipartita degli sfortunati visitatori, entreremo in possesso dei Soul Points, utili per acquistare nuove abilità dedite a personalizzare e potenziare il nostro alter ego. Per massimizzare i guadagni, però, sarà fondamentale colpire all’ultimo minuto, quando l’intruso sarà sazio e soddisfatto delle proprie esplorazioni e dei propri saccheggi. Facile intuire, quindi, che dovremo essere in grado di soddisfare tutti i gusti: i maghi prediligeranno vaste e ricche biblioteche, mentre gli avventurieri più fanfaroni si accontenteranno di uno scrigno colmo di monete.
Il Dungeon dei divertimenti
Tutti i tratti in comune con il celebre Dungeon Keeper, dunque, si esauriscono nel concept di base. Se il capolavoro Bullfrog incentrava le singole partite su torture, addestramenti e tutte le bricconerie tipiche di un dungeon lord, quasi per opposizione, il titolo Realmforge dipinge il dungeon in veste ben più ironica e, tutto sommato, forse anche più fedele alla realtà: quella del parco di divertimenti per avventurieri. Questo non vuol dire, però, che in Dungeons ci sia meno carne al fuoco rispetto al suo predecessore spirituale; semplicemente, le meccaniche di gioco imboccano una strada diversa, che mescola elementi tipici GDR, gestionali e da Tower Defense – sarà molto importante, infatti, difendere a tutti i costi il “cuore” del dungeon dai suoi invasori, pena il game over.
Il vero aspetto che però rende Dungeons un’occasione imperdibile per i più, è forse la sfrontata comicità con cui vengono presi in giro tutti i cliché del genere, spesso con frequenti citazioni o battute del tipo “Ehi, sono passato di livello!” da parte degli eroi di turno.
L’unica vera nota dolente che rischia di far abbandonare Dungeons poco prima dell’epilogo, è quella della scarsa quantità di contenuti sbloccabili durante le partite. Durante le ultime fasi di gioco, infatti, avrete probabilmente costruito tutto il costruibile e piazzato tutte le trappole messe a disposizione dagli sviluppatori. Questo renderà le ultime sessioni sicuramente meno emozionati, con l’aggravante della relativa facilità delle ultime missioni, che costituiranno sfide non particolarmente ostiche se avrete amministrato per bene le vostre risorse. A tal proposito, però, ci sentiamo di rassicurare i potenziali acquirenti del titolo Realmforge: Dungeons non perde il proprio smalto fino alla fine, e nonostante i contenuti di gioco non siano sufficienti a coprire l’intera durata dell’avventura, l’atmosfera di gioco non ne risente particolarmente. In questo senso, si può tranquillamente affermare che il lavoro confezionato dagli sviluppatori merita di essere giocato dall’inizio alla fine. Avremmo gradito, però, un’ottimizzazione dell’interfaccia, talvolta caotica e poco immediata, spesso complice anche la non comodissima telecamera.
Tecnicamente parlando, invece, avremmo preferito si facesse qualcosa di più. Certo, gran parte dell’estetica del dungeon dipenderà anche e soprattutto dalle vostre scelte “di arredamento”, ma zoomando a distanza ravvicinata la grafica di Dungeons non fa certo cadere le mascelle. Nonostante ciò, chi è abituato ai gestionali sarà ben felice di chiudere un occhio, specialmente in favore degli effetti sonori e delle tracce audio, piacevoli e molto ben realizzate.
In breve
Dungeons piacerà sicuramente a chi ha sempre fatto affettuosamente dello spirito su tutti i cliché dei giochi di ruolo, dei quali però non si farebbe mai a meno. Chi cerca Dungeon Keeper 3 farà meglio a mandare una e-mail a Peter Molyneux, perché il titolo firmato Realmforge segue una filosofia tutta diversa: questo, però, non lo rende meno intrigante! Per chi è indeciso