Annunciato da Activision nel corso dell’ E3 2008 , Singularity aveva attirato da subito l’attenzione del pubblico, speranzoso di assistere finalmente ad un FPS in grado di risollevare un genere ormai saturo da tempo. Dietro lo sviluppo di questo titolo si cela nientemeno che Raven Software , la stessa che nel 2005 aveva esordito nella next-gen con Quake 4 e che, di recente, ha cercato di risalire la china con Wolverine: Le Origini , forse uno dei pochi tie-in “riusciti” attualmente in commercio, e il discreto Wolfenstein . Certo, nulla che possa essere paragonato a vere glorie del passato: Raven , probabilmente, preferirebbe essere ricordata per cimeli come Soldier of Fortune , datato 2000, o Heretic , sparatutto fantasy di inizio anni Novanta. L’ala protettrice di Activision , comunque, ha permesso agli storici sviluppatori americani di osare su più fronti; inutile dire però che l’amore verso gli FPS li abbia spinti, ancora una volta, a pensare “in prima persona”. Da qui, l’idea di un titolo “singolare”, che potesse catturare il giocatore all’interno di una fascinosa atmosfera impregnata di passato, presente e futuro, Storia e Fantascienza; ma non necessariamente nello stesso ordine. Un insieme di elementi, questo, che trova ristoro in un’unica parola, Singularity appunto.
Dalla “guerra fredda” ad oggi
Tutto ha inizio negli anni ’50 su un’isola a largo delle coste sovietiche, meglio nota come Katorga-12 . La stessa isola che Stalin aveva designato come roccaforte della Madrepatria Scienza : qui, infatti, gli scienziati russi avevano trovato una fonte radioattiva in grado di sprigionare un’energia potenzialmente infinita, l’Elemento 99 o, più semplicemente, E99 . A seguito di tale scoperta, l’idea e la convinzione di poter annientare l’egemonia americana nell’ambito della ricerca nucleare presero il sopravvento e Katorga-12 divenne il centro degli esperimenti russi. Fino a quando, nel 1955, un misterioso incidente non distrusse gli impianti di ricerca radendone al suolo le rispettive colonie. Quella costruita sull’isola di Katorga-12 rappresentava a tutti gli effetti la città perfetta, all’interno della quale la popolazione avrebbe dovuto godere di privilegi sovrannaturali: lo scopo sarebbe stato quello di sfruttare i potenziali benefici dell’E99 per potenziare l’essere umano, in particolare quello russo, dando per esempio vita ai supersoldati. Ma dopo il disastro, noto da allora come “Singolarità”, Katorga-12 venne cancellata da tutte le mappe e, con essa, finiva anche il sogno di Stalin. Ed eccoci quindi ai giorni nostri, a bordo di un apache nei panni del capitano Nate Renko , un soldato scelto appartenente alle forze speciali Black Ops, inviato nei pressi dell’isola per studiare alcuni strani fenomeni registrati poche ore prima dall’intelligence americana. Ma un’improvvisa esplosione particellare provoca l’avaria dell’elicottero, catapultando Nate sull’isola fantasma. Qui, invece, inizia la nostra avventura. Katorga-12 è diventata un cumulo di macerie, sulle quali sopravvivono ancora vecchie costruzioni industriali e suburbane, con tanto di scuole e spettrali ospedali abbandonati. L’immediata impressione che segue i primi minuti di esplorazione rimanda direttamente alle maestosa Rapture di Bioshock , solo che stavolta ci troviamo in Russia e per di più su un’isola. Ma lo stile, così come parecchi elementi di contorno, rispondono specularmente al titolo 2K : gli sbalzi temporali ai quali il gioco ci abitua ad assistere ben presto, forniscono l’esatta chiave di lettura delle vicende, ben intrecciate fra loro. La Guerra Fredda , in Singularity , assume caratteri mistici, oscuri e affascinanti al tempo stesso. Il plot narrativo steso da Raven Software aggraderebbe anche i palati più raffinati ed esigenti, risultando convincente ed avvincente al punto giusto. Sembra quasi che l’Est Sovietico vada per la maggiore in questo momento, soprattutto dopo l’esperienza positiva di Metro 2033 . L’ottimo ritmo narrativo riscontrato in Singularity raggiunge un obiettivo in particolare, ossia, quello di soddisfare in pieno i tratti distintivi di un romanzo fantapolitico, fatto di cospirazioni, azione ed introspezioni psicologiche. Introspezione alla quale si sottoporrà progressivamente anche il nostro alter-ego, per quanto taciturno esso sia. Frammenti di registrazioni, note scientifiche o di vita quotidiana, proiezioni dell’epoca e quant’altro, ci accompagneranno per tutto il corso dell’avventura, conferendo al gioco quella sognante ed utopistica atmosfera “vintage” che ben si sposa con i caratteri fantascientifici della narrazione. A questa si affiancano ansiosi incontri con creature mutanti e classici scontri a fuoco con l’esercito russo il quale, una volta saputo della nostra visita di piacere sull’isola fantasma, ci darà la caccia dall’inizio alla fine.
Il tempo è la nostra arma
Dal punto di vista del gameplay, Singularity verte principalmente sull’uso del “controllo spazio-temporale”. Nel corso delle prime battute, il titolo Raven si pone al giocatore come il più classico degli sparatutto in prima persona, salvo poi crescere di livello una volta sbloccato il cosiddetto CMT . Grazie a questo marchingegno, frutto di oculate ricerche del Dottor Barisov , uno dei personaggi chiave della storia, Nate è in grado di manipolare il tempo. La particolarità del CMT risiede proprio nell’E99 da esso contenuto. L’E99, infatti, consente di alterare “singolarmente” gli oggetti, influenzandone sostanzialmente lo stato della materia. Alle armi convenzionali si affianca dunque il CMT, i cui molteplici potenziamenti arricchiscono il gameplay in modo esponenziale. Se l’alterazione spazio-temporale ci permette di polverizzare letteralmente i nemici, causandone l’invecchiamento precoce, o di oltrepassare le “fenditure temporali”, proiettandoci nel passato, l’anti-gravità ci permette invece di controllare gli oggetti. Durante uno scontro, per capire le potenzialità offerte dal CMT, possiamo combinare una serie di azioni atte sia all’attacco che alla difesa: l’anti-gravità, per esempio, può essere utile in entrambi i casi; se un nemico dovesse scagliarci un barile esplosivo contro, noi potremmo tranquillamente bloccarne la traiettoria e rispedirlo al mittente. Meccaniche semplici all’apparenza, ma che si incastrano perfettamente in un contesto “credibile”. In ogni caso, a differenza della famigerata “gravity-gun” che ha reso celebre Half Life 2 , in Singularity il CMT non funge da semplice contorno, ma da vera e propria costante di gioco e l’anti-gravità, appunto, rappresenta solo uno dei potenziamenti disponibili. Potenziamenti che, a conti fatti, ruotano attorno alla vera natura dell’oggetto, che saprà darvi le dovute soddisfazioni sia in fase esplorativa che action. Le sfumature classiche del genere, invece, trovano riscontro nella parziale linearità delle ambientazioni, oltre che nell’armamentario; in particolare, nonostante le armi utilizzate si servano della tecnologia derivata dall’E99, queste si allineano perfettamente con la tradizione: pistole, fucili d’assalto, cecchini e fucili a pompa automatici saranno all’ordine del giorno. Nonostante qualche lieve sbavatura, dovuta alla ripetitività di certe azioni, il gameplay di Singularity risulta comunque solido e capace di invogliare il giocatore nella continua ricerca di informazioni e potenziamenti, atti a migliorare continuamente le doti combattive del nostro alter-ego e trarne così benefici sia in termini di efficienza in battaglia che di semplice intrattenimento. Ad esso si affianca una longevità media standard, che si assesta sulle 8-10 ore di gioco complessive, alle quali andrebbero aggiunte le potenziali ore dedicabili alla modalità multiplayer, risultata comunque scarna e priva di una personalità tale da distinguersi dalla massa.
Una tecnica rimasta ferma nel tempo
Vien da chiedersi se i ragazzi di Raven Software , dall’inizio dei lavori ad oggi, si siano accorti o meno del trascorrere reale del tempo. Per quanto sia prioritario e di notevole importanza l’impegno profuso sul fronte gameplay e narrativo, il comparto grafico non brilla come dovrebbe. L’engine che riveste le cupe e fantascientifiche ambientazioni dell’isola di Katorga-12 è quell’ Unreal Engine 3 che tanto abbiamo apprezzato nel corso di questa generazione, ma che, oggi, mostra i primi segni del tempo. Un difetto tecnico, questo, trascurabile solo parzialmente grazie alle riuscite atmosfere di gioco e ad un doppiaggio in italiano che rende giustizia allo spessore dei protagonisti, spesso vittima di pop-up e animazioni poco convincenti. Dal punto di vista stilistico, tuttavia, Singularity offre ambientazioni varie e ricche di particolari. Per quanto concerne la stabilità del motore, l’UE3 è ormai ben collaudato e dona al gioco un frame rate solido. Certo, ad un engine che si limita a svolgere il suo lavoro senza compiere straordinari avremmo preferito un motore grafico decisamente più aggiornato, ma c’è tempo per migliorare.
Concludendo…
A due anni dall’annuncio ufficiale, Raven Software libera finalmente la sua nuova creatura, una creatura singolare per certi versi: quello che Singularity può offrire al giocatore sono senza dubbio una trama avvincente, equilibrata nel ritmo narrativo, ed un gameplay solido. Sbalzi spazio-temporali e meccanismi anti-gravità sono il biglietto da visita di un titolo capace di catturare l’attenzione di ogni appassionato di FPS che si rispetti. Alcune incertezze, come una lieve sensazione di apatia in alcune situazioni di gioco, ed un comparto grafico non proprio all’altezza, precludono a Singularity una promozione più convincente. Consigliato soprattutto agli amanti della fantapolitica: in esso troveranno una visione speculare di Rapture in versione sovietica. Katorga-12 vi sta aspettando!