L’assassino degli assassini
Qualche anno fa l’arrivo sulla console Nintendo di “No More Heroes” aveva spiazzato sia critica che pubblico, ottenendo un discreto successo di vendite. Dopo la realizzazione di “Killer7”, un misto di avventura e azione, Suda51 intuisce le potenzialità della console Nintendo Wii, e soprattutto dei suoi controller, e si lancia in un ambizioso progetto mirato a sfruttare queste caratteristiche con un gameplay frenetico e divertente. La storia del primo episodio ha come protagonista Travis Touchdown, un ragazzo ossessivamente interessato a manga, anime e videogame, una categoria di persone generalmente definita come otaku. Travis vive in semi povertà nel motel No More Heroes nella cittadina di ispirazione californiana di Santa Destroy. Dopo aver vinto una katana speciale ad un’asta su internet e mosso dalle ristrettezze economiche, decide di iniziare una carriera come killer professionista. E’ così che incontra sulla sua strada un altro killer, Helter Skelter. Uscito vittorioso dal duello, il nostro protagonista si ritrova in presenza di una misteriosa ragazza francese, Sylvia Kristel, la quale afferma di essere l’agente di una fantomatica organizzazione criminale che annovera i migliori criminali della città, l’UAA. Questa associazione di assassini professionisti cataloga i propri membri in base a una classifica di abilità e successi. Travis intuisce così di essere diventato a sua volta un bersaglio per altri aspiranti assassini e comincia ad farsi strada eliminando la concorrenza con lo scopo di raggiungere la vetta della classifica UAA. Travis Touchdown, o meglio i suoi sviluppatori, ci riprova mettendoci di fronte ad una nuova e appassionante sfida.
No More Blood
La storia di “Desperate Struggle” segue le vicende del precedente episodio, riportando dopo tre lunghi anni Travis Touchdown nella città di Santa Destroy. Il suo ritorno in città è dovuto ad una spiacevole vicenda che ha coinvolto il suo amico proprietario del videostore, vittima di una vendetta mirata a riportare sulla scena il nostro personaggio. Quest’ultimo mosso dal desiderio di regolare i conti con gli assassini decide di cercarli per vendicarsi. In questo momento fa la sua entrata in scena Sylvia, la donna che l’ha aiutato nel primo episodio, che lo informa sui cambiamenti subiti dall’organizzazione. Veniamo così a scoprire che Travis non detiene più il primato nel ranking dell’UAA ma si trova al 51esimo posto. Deciso a recuperare la fama di un tempo, Touchdown si rimette in gioco travolto da una serie di eventi che lo portano a scontrarsi con diversi assassini. Complice una trama più aperta di quanto ci si può aspettare e grazie ad una serie di espedienti più o meno felici, il cammino verso la vetta presenta alcuni spunti interessanti che ci permetteranno, ad esempio, di poterci mettere nei panni alcuni dei personaggi incontrati in passato come il fratellastro Henry e la bella Shinobu. L’inserimento di quest’ultimo personaggio ci permetterà di approcciarci ad alcuni livelli del gioco in stile ninja con comandi di gioco appositamente studiati.
Nessuna azione senza reazione
Una volta passati all’azione possiamo notare quanto i controlli di gioco, pur restando pressoché identici alla passata edizione, siano stati notevolmente resi più semplici e fluidi. Il movimento della spada laser, meglio conosciuta come beam katana, è affidat al WiiMote mentre il Nunchuk è usato per muovere Travis e bloccare la mira sui nemici. La maggior parte degli attacchi viene eseguita utilizzando il pulsante A del controller, mentre altre mosse, incluse le death blow, vengono eseguite seguendo le istruzioni che appaiono sullo schermo. Il funzionamento a batterie della spada di Travis richiede la pressione del tasto 1 del WiiMote per le manovre di ricarica. Oltre agli attacchi con la spada, Travis è capace di sferrare pugni e calci e, mentre i nemici sono storditi, con la semplice pressione del tasto B può eseguire un certo numero di mosse da Wrestling, complice la sua passione per questo stile di combattimento. Quando sconfiggeremo dei nemici con un colpo di grazia, la bobina in basso sullo schermo comincerà a girare. Se escono tre icone uguali, entreremo in uno dei cinque tipi di “modalità darkside”. Queste tipologie di combattimento favoriscono il nostro personaggio negli scontri per un determinato periodo di tempo, donandogli dei poteri speciali. Se usciranno, ad esempio, tre icone con delle ciliegie, Travis sarà in grado di muoversi molto rapidamente, così da permettergli di eseguire attacchi letali ai poveri malcapitati. Per padroneggiare pienamente il sistema di controllo è richiesta molta pratica e una buona dose di pazienza, soprattutto se scegliamo di giocare nella più difficile delle tre opzioni possibili.
Il denaro, lavoro … crisi?
La scomparsa del free-roaming pone immediatamente una domanda: come si possono ottenere i soldi per acquistare i potenziamenti e migliorare le caratteristiche del nostro personaggio? La risposta è più semplice di quello che ci possiamo aspettare: gli sviluppatori hanno, infatti, mantenuto le sessioni di gioco con i minigame ad 8-bit. Esattamente come nel titolo precedente potremo portare a termine dei piccoli lavoretti per avere in cambio del denaro spendibile in accessori come occhiali, scarpe polsini, magliette, pantaloni e quant’altro oppure potremo utilizzare i nostri fondi per acquistare nuove armi o potenziare il nostro fisico nella palestra di Ryan. Questi minigame ricordano alcuni classici dei videogame come “Pipemania”, gioco in cui bisognava collegare delle tubature prima dello scadere del tempo. Per ragioni pratiche, la base giocabile di “No More Heroes” non è stata modificata: la maggior parte delle missioni presenti nella mappa di gioco consiste nel raggiungere un determinato punto del livello facendo fuori tutti i nemici che ostacolano il nostro cammino. Una volta sconfitti, saremo pronti ad affrontare il nostro rivale. La presenza di mosse prese dai combattimenti di wrestling e la scelta di diverse spade da utilizzare cambiano il modo con cui ci confrontiamo con i nostri avversari e la difficoltà con cui li affronteremo. Per quanto riguarda il completamento della storia, il gioco richiede circa nove ore per essere portato a termine, ma il tempo di gioco aumenta se vogliamo portare a termine le sottomissioni presenti.
Grafica e sonoro
Sia l’aspetto grafico che quello sonoro hanno subito un netto miglioramento rispetto al primo capitolo. I dialoghi di gioco mettono in evidenza il buon lavoro svolto dal team di doppiaggio mentre i brani inseriti riescono a creare la giusta atmosfera in ogni momento critico. Graficamente, il titolo si mantiene su buoni livelli anche se non riesce a migliorarne notevolmente l’impatto visivo, come ci hanno mostrato alcuni recenti titoli usciti sulla piattaforma Nintendo. Ad una grafica che ci ha un po’ sorpreso, ma che si è mostrata comunque ben al di sopra dell’originale, si affianca uno stile narrativo che ricorda le migliori opere di Tarantino, il tutto senza perdere lo stile unico creativo di Suda51. Violenza ed erotismo non sono inseriti per far spettacolo ed attrarre un pubblico ben preciso di giocatori ma fanno parte della personalità di Travis e di tutti i personaggi che incontriamo e contribuiscono ad ampliare la psicologia dei personaggi stessi. Il ritmo di gioco è stato magistralmente misurato, grazie soprattutto all’eliminazione del free-roaming che ha favorito una maggiore immediatezza nell’avanzamento della storia.
Conclusioni
Nonostante qualche piccolo cambiamento di rotta, come l’eliminazione del free-roaming, il sequel del fortunato “No More Heroes” mantiene intatto il suo fascino, ricreando quell’atmosfera che ormai contraddistingue il lavoro di Grasshopper Manufacture. Il titolo, sotto la supervisione di Suda51, è migliorato praticamente sotto tutti gli aspetti rispetto alla sua versione originale, rafforzando la giocabilità e proponendo una maggiore qualità grafica, grazie ad uno dei migliori motori grafici realizzati da parte di sviluppatori terze parti. Questo episodio ci ricorda ciò che accade con i giochi di casa Nintendo, che tendono sempre a spremere al massimo le potenzialità del Wii, mentre gli altri studi si limitano a lottare per la mediocrità. “Desperate Struggle” è un buon esempio di quello che questa console è in grado di offrire a livello tecnico senza l’uso di scuse insensate che ne giustifichino un cattivo sviluppo. Per quanto riguarda l’apparato prettamente tecnico, il lavoro degli sviluppatori si è maggiormente concentrato su una maggiore rifinitura dei volti dei personaggi, tralasciando un maggiore dettaglio per gli ambienti di gioco che non mostrano appieno il reale potenziale della console Nintendo, come abbiamo potuto apprezzare nei recenti “Monster Hunter Tri” e “Red Steel 2”. Come al solito, Suda51 pone la firma su un lavoro che o si ama o si odia. Il suo stile deve colpire e attirare perché, altrimenti, il gioco perde molta della potenzialità attrattiva per la quale è statoprogettato.