Dopo il successo, sia di pubblico che di critica, riscosso dal primo episodio, appariva quanto mai scontato l’arrivo di un seguito e, a conti fatti, Left 4 Dead 2 non si è fatto attendere più di tanto, imponendosi, ancora una volta, come “Gioco dell’Anno” PC ed Xbox 360. Il merito va certamente attribuito al titolo originale, capace di conquistare milioni di giocatori offrendo una formula di gioco apparentemente semplice ma al contempo innovativa. Tuttavia, l’annuncio di Left 4 Dead 2 durante l’E3 2009, aveva scatenato una parziale disapprovazione tra le fila dei fan Valve, i quali, magari, avrebbero preferito un ulteriore supporto al primo episodio piuttosto che l’incombere di un sequel che potesse risultare precoce e privo di innovazioni. In realtà, l’idea di fondo è stata fin da subito quella di mantenere inalterate quelle stesse meccaniche che avevano reso perfettamente equilibrato il gameplay originale e, su di esse, gettare le basi di un seguito altrettanto divertente, capace comunque di apportare migliorie e novità al prodotto. Nel corso della storia videoludica, il genere survival horror è rimasto “vittima” di radicali cambiamenti, andando ad intaccare quella stessa filosofia di gioco che in parte era divenuta vetusta, tendendo col tempo più alla componente action che a quella sopravvivenza. Left 4 Dead rappresenta il massimo esponente di questa tendenza, strizzando quasi l’occhio a quel “28 Giorni Dopo” che, alcuni anni fa, rivoluzionò il filone degli zombie movie introducendo la categoria degli infetti, non più lenti come da tradizione, ma veloci e spietati.
Katana, padella e…
Il primo episodio aveva sicuramente colpito per la sua immediatezza, il che non si riduceva necessariamente ad azioni semplici o per nulla ragionate, anzi. Proprio il forte spirito di collaborazione che si poteva percepire nelle cinque campagne di gioco rendeva giustizia agli intenti del titolo, atipico e, per questo, anche rivoluzionario: quattro survivors, nel bel mezzo del caos, pronti a squartare zombie e raggiungere il prima possibile il punto di salvataggio, collaborando per sopravvivere. Il vero fulcro del gameplay ruotava attorno agli “infetti speciali”, esseri spregevoli dotati ciascuno di abilità distinte, come ad esempio il Tank, un enorme mostro dall’incredibile forza fisica, o il Boomer, capace di vomitarci addosso litri di bile, attirando così un’orda di zombie. Ad essi si affiancavano l’Hunter, lo Smoker e la misteriosa Witch, una strega solitaria che, se disturbata, aggrediva con ferocia il primo malcapitato. Ebbene: in questo secondo episodio i programmatori hanno mantenuto i cinque infetti e, a questi, hanno aggiunto delle varianti: il Charger, molto più veloce ma meno resistente del Tank, nonché armato di un pericolosissimo braccio mutante dagli effetti devastanti; lo Spitter, ossia una donna deforme capace di vomitare acido, e, infine, il Jockey, simile all’Hunter, ma molto più rapido ed in grado di saltare sulle spalle di un survivor, allontanarlo dal gruppo e spingerlo all’interno di trappole, quali fossi, stanze piene di zombie affamati e così via. Come se non bastasse, ad arricchire il reparto “infetti” ci saranno altre quattro sottocategorie: quella dei clown, spesso complici, nell’immaginario, di “esperienze traumatiche” risalenti all’infanzia (ogni riferimento ad IT di Stephen King è voluto); quella dei poliziotti antisommossa, con tanto di casco e giubbotto antiproiettile; dei militari con tuta di contenimento immuni alle “pipe bomb” e, per finire, quella degli infetti della palude ricoperti di fango, in grado di oscurarvi la vista per qualche istante. A cambiare, ma solo nell’estetica, il cast dei personaggi, semplice variante dei survivors originali; in Left 4 Dead 2 impersoneremo Nick, noto per le sue manie sul gioco d’azzardo, Coach, un rozzo allenatore di football, Ellis, un giovane meccanico e, infine, Rochelle, giornalista di una rete televisiva. Tutti e quattro saranno, come nel primo, dei semplici gusci vuoti da riempire, e a farlo sarete proprio voi in base allo stile di gioco che adotterete: altruista, quindi dedito alla collaborazione, o egoista che sia, ogni singolo survivor catturerà le vostre abitudini proiettandole in uno scenario cangiante ed imprevedibile. Veniamo al sodo: l’arsenale bellico è stato completamente rinnovato, oltre che arricchito di numerose chicche. Pistole, fucili e mitra sono stati aggiornati con modelli più moderni ed efficienti, ma la vera novità è rappresentata dalle nuove armi da mischia. In tal senso, gli sviluppatori si sono sbizzarriti mettendoci a disposizione arnesi di ogni tipo; ed ecco che fanno la comparsa una micidiale katana, grazie alla quale potremo letteralmente affettare gli zombie, una motosega, una bellissima padella in acciaio inox da cucina, utile per spaccare teste, e persino una chitarra elettrica modello Fender, sufficientemente solida da unire l’utile al dilettevole. Ma l’arma che renderà felici tutti gli appassionati e i fan della storica Valve è, senz’ombra di dubbio, il piede di porco, un semplice quanto riuscito omaggio ad una delle saghe più affascinanti di tutti i tempi: Half Life.
Come sopravvivere in caso di attacco zombie
La struttura di Left 4 Dead 2 risulta del tutto identica al titolo originale: la modalità Storia è stata suddivisa in cinque campagne, ognuna delle quali vi immergerà all’interno di altrettante ambientazioni diverse, spezzettate dai classici capitoli di intermezzo che, per ogni campagna, variano dai quattro ai cinque. Vi ritroverete, dunque, a dover scappare da un suggestivo villaggio di una New Orleans abbattuta dai bombardamenti, oppure in un lugubre Luna Park affollato di zombie e clown e all’interno del quale potrete godere realmente di alcuni minigiochi, come il tiro a segno o far suonare un apposito jukebox con canzoni del tipo “Still Alive”; o, ancora, affronterete sinistre creature di fango pronte ad attaccarvi di sorpresa nel bel mezzo di una tetra palude sovrastata dalla nebbia. Sostanzialmente, questo seguito non manca di stile ed approfondisce, senza rompere gli equilibri, il gameplay che ha reso pregevole il capostipite. Inutile specificare che il vero fulcro del gioco lo si può individuare, ancora una volta, nella cooperativa online. Questa stessa componente è stata arricchita dall’aggiunta di nuovi elementi atti a concitare ulteriormente l’azione: infatti, se nel primo i punti critici consistevano nel difendere passivamente la posizione durante l’arrivo di un’orda poco prima di essere estratti, qui, gli stessi momenti di tensione si traducono spesso in frenetiche fughe verso la salvezza, raggiungendo così picchi di azione più elevati. A rinnovarsi sono anche i metodi di recupero energia: per rivitalizzare un compagno caduto ci serviremo di appositi defibrillatori e non più dei medikit, mentre per aumentare la velocità dei riflessi potremo usufruire delle nuove siringhe di adrenalina, dagli effetti però limitati nel tempo. La sensazione di realismo, di trovarsi proprio con altri tre compagni alla disperata ricerca della sopravvivenza, appare decisamente tangibile nella modalità “Realtà”, attraverso la quale il gioco disattiverà tutti gli indicatori su schermo e vi costringerà a fortificare l’intesa con ciascun survivor, onde evitare di perdere qualsiasi contatto visivo ed isolarsi dal resto del gruppo: parimenti, la tensione aumenterà esponenzialmente e renderà l’esperienza semplicemente da brividi. A far da padrone, naturalmente, il sonoro che, più dell’aspetto tecnico, risulta parte integrante del gameplay. Ad ogni variazione del ritmo musicale, infatti, consegue un sussulto dell’azione (e non viceversa); qui è la colonna sonora che gestisce il gioco, che influenza gli stati d’animo e che funge da prologo agli eventi. L’arrivo di un infetto speciale viene prontamente anticipato da un ritmo incalzante, destando l’attenzione di tutti i survivor, così come la calma apparente di un bosco viene squarciata dai sospiri delle creature che si celano nell’ombra. Left 4 Dead è un continuo ansimare.
Altre specialità
Accanto alle modalità principali inerenti alla storia, ritroviamo la modalità “Versus”, totalmente incentrata sul multiplayer e vede i giocatori impersonare sia i survivors che gli infetti speciali, dando vita ad uno scontro dal duplice obiettivo: gli infetti dovranno impedire che i survivors raggiungano il punto di salvataggio, mentre quest’ultimi cercheranno di far valere il proprio spirito di collaborazione e resistere agli attacchi avversari. Una seconda modalità, stavolta inedita, è quella denominata “Cercatore”. Essa consiste nel ritrovare delle taniche di benzina sparse per la mappa al fine di riempire un generatore da attivare in seguito e, nel frattempo, gli infetti faranno il possibile per impedirlo. Ritorna, infine, la modalità “Survivor”, attraverso la quale saremo chiamati a sopravvivere ad un’incessante orda prima del raggiungimento di un determinato obiettivo.
Impaurisco ma non stupisco
Dal punto di vista grafico, Left 4 Dead 2 non compie passi avanti rispetto al primo, limitandosi quasi esclusivamente a giochi di luce più curati. Il motore grafico è stato comunque potenziato, risultando ancora più solido ma sempre poco “dispendioso”, in modo da garantire una fluidità di azione ottimale, soprattutto nelle fasi più concitate dove centinaia di infetti invadono lo schermo. Tuttavia, l’aspetto visivo non rappresenta un vero motivo di discussione, dato che le stesse atmosfere di gioco pongono quest’ultimo in secondo piano. Da apprezzare, piuttosto, sono le scelte stilistiche dei disegnatori, che garantiscono un’immersione totale nelle cinque ambientazioni offerte dal titolo Valve, legate stavolta anche geograficamente, conferendo così continuità alle vicende narrate.
Conclusioni
L’uscita di Left 4 Dead 2 ha fugato i dubbi e le perplessità iniziali: Valve è riuscita a confezionare un prodotto realizzato ad hoc, capace di catturare con prepotenza l’interesse dei giocatori, meglio di quanto avesse fatto l’originale. La longevità si assesta sui livelli del primo, breve all’apparenza, ma capace di tenere occupati per ore ed ore in compagnia di altre persone, sia nelle Storia che nelle modalità multiplayer. Un acquisto obbligato per tutti i fan del gioco ed altamente consigliato agli amanti dei survival in cooperativa.
Domenico “Nico_89” Rodà