Fuel  è sviluppato da un team che, a parte il titolo su licenza Wall-E, non ha mai fatto parlare di sé: i semi-sconosciuti Asobo Studio. Quello che attrae la nostra attenzione è, soprattutto, il nome del prestigioso marchio che si è caldamente interessato a supportare un progetto ambizioso come quello di Fuel, la grande Codemasters, “la Mecca” dei videogiochi di guida, se pensiamo a titoli del calibro di TOCA, Colin McRae, Race Driver Grid.

UN NUOVO MODO DI GUIDARE…UN “NUOVO MONDO” DA ESPLORARE

In un futuro alternativo (ma neanche troppo), a causa del riscaldamento globale, la Terra, subirà dei drastici cambiamenti climatici e geomorfologici. In un contesto in cui la desolazione, l’abbandono e la furia degli elementi sono padroni, un pugno di piloti spericolati decide di sfidare la noia, la morte e Madre Natura, a bordo dei propri automezzi, per non vivere quel che resta della propria esistenza in maniera passiva e parassitaria.

Fino a poco  tempo fa’ il concetto di “free roaming” era appannaggio della serie Grand Theft Auto, che vantava -come il termine inglese ci insegna- una libertà di movimento e di azione praticamente illimitata; successivamente questo “approccio” di gioco è stato implementato a titoli di diverso genere, spesso, con qualche forzatura di troppo.

Storicamente,  in qualunque gioco di guida apparso nella storia del videogioco -dal remoto Outrun all’odierno Gran Turismo –  eravamo  letteralmente “instradati”, (con le uniche eccezioni quali: Test Drive Unlimited e il recente Burnout Paradise). Il termine “eravamo” non è usato a caso, perché sembra che le cose siano destinate a cambiare radicalmente; questo è possibile proprio grazie ad Asobo Studio e alla loro creatura in embrione Fuel, grazie alle promesse che (speriamo caldamente) saranno tutte mantenute, nessuna esclusa.

Mossi da una passione sconfinata per i videogiochi, resi ancor più coraggiosi e ambiziosi grazie alle attenzioni dell’ “ammiraglia” Codemasters, questi sviluppatori d’oltralpe si sono messi duramente a lavoro per creare da zero un motore senza precedenti per un videogioco che si annuncia già come il capostipite di un nuovo concetto di giochi di guida. Stando a quanto dichiarano gli sviluppatori, il loro “engine tecnico/grafico” sarebbe capace di offrire uno scenario di gioco grande, più o meno, quanto l’intero continente del Nord America. Il progetto di questi sognatori era di ricreare un mondo alternativo e persistente, come nei più blasonati giochi di ruolo di massa (un esempio su tutti: World Of Warcraft, ndr) in cui centinaia di giocatori si sfidassero online a suon di sportellate e acrobazie. Questo però avrebbe portato al mantenimento di server appropriati, obbligando l’utenza a sottoscrivere un abbonamento mensile.

Per ovvi limiti tecnici delle macchine da gioco, inoltre, l’estensione dello scenario è stata fissata a 14.400 chilometri quadrati (in pratica un quadrato di cui ogni lato è lungo 120 kilometri, ndr) . Altro dettaglio che non ci lascia indifferenti è che, volendo sviluppare il gioco con metodi molto tradizionali, non si sarebbe potuto fare a meno di contenerlo in duecento gigabyte di dati.

Per fortuna (o purtroppo), il fatto che il gioco sarà disponibile per tutte le principali piattaforme, cioè Xbox 360, Playstation 3 e Pc, ha spinto gli sviluppatori ad ingegnarsi ancora una volta per rendere il titolo alla portata di tutto e di tutti. Grazie a complicate tecniche di programmazione, quindi, i pericoli derivati da un progetto colossale -a quanto sembra- sono stati risolti.

Ma l’ambizione e la maestosità, che il gioco trasuda da ogni poro, permangono e gettano i più attenti nella spasmodica attesa e curiosità.

Fino ad ora lo stato di sviluppo non permette di fare proclami, la cui veridicità ci spingerebbe a mettere le mani sul fuoco, ma le dichiarazioni di Asobo Studio, unite ai modi entusiastici e alla passione che esprimono, ci lascia ben sperare. I giochi di guida non saranno più gli stessi dopo Fuel.

ANCHE I GIOCHI DI GUIDA HANNO UNA STORIA DA RACCONTARE

Per quanto sia appena accennata e non di meno pretestuosa, la trama di Fuel non manca di stupire, se non altro, per la propria anacronistica presenza. Prepariamoci, quindi, ad entrare in un mondo diverso da quello che conosciamo, ricostruito ad arte e ispirato ai luoghi di maggior interesse del paesaggio americano, per regalare a noi giocatori uno scenario imprevedibile e al contempo suggestivo e spettacolare; non mancheranno la Monument Valley, il Grand Canyon e il parco naturale di Yosemite, solo per citarne alcuni.

Si calcola che, per percorrere l’intera “diagonale” dello scenario, occorrano almeno due ore di viaggio, ma gli sviluppatori hanno pensato anche ai più pigri tra quelli che vorranno giocare a Fuel.

Ecco perché troveremo un comodissimo teletrasporto, che ci porterà istantaneamente alla fonte del nostro interesse, sia questo un luogo della mappa o una competizione. Sarà presente anche  una modalità di spostamento di media velocità, che consiste nel chiamare un elicottero che ci trainerà fino alla meta designata, concedendoci la possibilità di ammirare il paesaggio dall’alto, studiarne meglio la conformazione e aiutarci a ideare un tracciato.

Proprio così: non soddisfatti del titanico lavoro che ci lasceranno, i ragazzi di Asobo sono seriamente intenzionati a rilasciare un potente editor grazie al quale potremo creare delle piste inedite, che potremo condividere con gli altri utenti.

La presenza di un elicottero e di un paesaggio che, tra le tante cose, propone montagne e colline, ci porta a considerare seriamente un altro punto forte di questo gioco: la profondità di campo. Non sappiamo ancora a quale prezzo, ma sappiamo con certezza che, dal punto più alto, potremo godere di un orizzonte spettacolare, che spazierà ben 40 chilometri. Prepariamoci, dunque, ad esplorare liberamente lo scenario e a smascellarci di fronte a paesaggi da cartolina.

Come accennato, oltre ai piloti e allo scenario mozzafiato, sarà presente un’altra protagonista: Madre Natura. Con i suoi mutamenti climatici e con la sua furia distruttiva, sarà onnipresente, quasi  a volersi affermare come padrona del mondo. Accadrà, così, che durante una gara o un’esplorazione, verremo investiti da una tempesta di sabbia, una tormenta di neve, un nubifragio o -nel peggiore dei casi- da un tornado! Ugualmente suggestivo sarà conquistare la cima di un monte e, a distanza di sicurezza, ammirare la furia di uno tornado abbattersi sulle macerie di una città abbandonata.

Fino a questo punto, sembra che si stia parlando di un gioco qualsiasi, ma non di un gioco di guida. I più scettici stiano tranquilli: gli sviluppatori promettono un numero di veicoli che dovrebbe attestarsi sulle settanta unità. Di questi sappiamo già che saranno quad, motocross, fuoristrada, buggy, auto da rally e ciascuna “classe” di veicoli avrà dei pro e dei contro, oltre che ad offrire stili di guida differenti. Ciascun veicolo è dotato di un GPS tanto potente quanto intelligente. In un gioco in cui il concetto di check-point è completamente inesistente, e l’esito di una gara è affidato esclusivamente alla qualità manuale del giocatore di sfruttare il paesaggio e il proprio mezzo, il sistema di navigazione satellitare indicherà sempre la strada più appropriata al nostro mezzo: la più sicura, non certo la più veloce.

Lo stile di guida sarà puramente arcade, niente velleità simulative, quindi, ma solo un gran gioco alla portata di tutti. Ad arricchire un’offerta, già di per sé, senza precedenti, si aggiunge la possibilità di personalizzare le livree dei nostri mezzi e di rendere unico il nostro pilota, con tatuaggi e accessori da guadagnare nel corso del gioco.

Conclusioni

E’ ancora troppo presto per gridare al miracolo e al capolavoro: le insidie sono tante, troppe, direttamente proporzionali alla titanica ambizione che porta con sé un gioco come Fuel. Se tutte le promesse saranno mantenute, e il gioco in movimento riuscirà a trasmetterci tutta la suggestione, l’entusiasmo e il divertimento che sono stati dichiarati, allora avremo tra le mani un titolo davvero senza precedenti. Il “primo gioco di guida in cui tutto è permesso” deve ancora vedere la luce, la passione che sta dietro a questo cantiere aperto non è poca. Se il tutto si tradurrà nel migliore dei modi, l’automobilismo videogiocato entrerà in un nuovo stadio evolutivo: quello imposto da Fuel.

Antonio “Aurenar” Patti

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