Introduzione
“Pitfall” è una parola che riporterà a galla parecchi ricordi nei giocatori più navigati.
In effetti, nel lontano 1982, venne originariamente pubblicato per la console Atari 2600 e ha rappresentato uno dei maggiori successi videoludici del passato, appassionando molte persone. La struttura del titolo era estremamente semplice rievocando il genere dei classici platform.
Dopo un tentativo fallito di riproporre in chiave moderna le avventure di Harry Pitfall (protagonista della serie), l’Activision, con l’aiuto degli Edge of Reality, ci ritenta dando vita ad un’esclusiva per Wii. Nasce così Il nuovissimo “Pitfall – La Grande Avventura” e viene inserito nella collona “fun4all” , ossia quel nuovo gruppo di titoli nati per esser acessibili, immediati e piacevoli a tutti; soprattutto a quella nuova categoria di persone che la Wii ha saputo stregare.
Ma questo titolo ha davvero le carte in tavola per poter soddisfare tali pretese?
o addirittura potrebbe accontentare anche i palati più esigenti dei videogiocatori accaniti ?
Gameplay
“Pitfall – La Grande Avventura” prende subito vita lanciando il giocatore inesperto nel bel mezzo dell’azione: un giaguaro demoniaco e infuocato è ormai prossimo nel tentativo di fare colazione con il povero Harry Pitfall. Durante lo scontro, che indossa i panni di un tutorial vero e proprio, l’eroe inizia a chiedersi quale curioso ed insolito groviglio di eventi lo abbia condotto in una situazione del genere ed è così che, sotto forma di un lunghissimo flashback, inizia il titolo.
La trama viene narrata dalla voce fuori campo dell’intrepido eroe ed è ricolma di humor, tratto a cui il protagonista non può fare a meno; si narra del tentativo di Harry di salvare una spedizione perduta, fermando un terribile sacerdote, impedendo al suo arcirivale di depredare i tesori di El Dorado e salvando una principessa.
Insomma, un diario denso di impegni, quello del signor Pitfall.
Lo schema di gioco si rivela essere, semplicemente, un gioco a piattaforme rigorosamente a tre dimensioni condito di trappole, liane, tesori, giungle e burroni. Lo scopo del titolo è quello di esplorare le aree accessibili possibilmente senza diventare il pasto di qualche feroce animale, trovare gli innumerevoli tesori, ed acquisire gli equipaggiamenti necessari per sbloccare nuove destinazioni.
Ad esempio si possono incontrare macerie da far esplodere, ragnatele giganti da bruciare o caverne così buie da richiedere l’uso di una torcia.
“Pitfall” nasce e cresce per esser vissuto sulla console Nintendo, e la gestione dei controlli ne è la conferma immediata; l’uso del Wiimote, collegato con il Nunchuk, risulta immediato ed intuitivo dando vita a movimenti naturali che mimano quasi perfettamente l’azione da eseguire. Con la semplice pressione di un tasto, il giocatore prende il comando del braccio di Harry e lo guida per raccogliere artefatti o azionare leve. Anche il nuoto e il salto da una liana ad un’altra, richiedono la giusta sintonia tra giocatore e wiimote, sempre nell’ottica dell’immediatezza. La fusione dei comandi Nintendo con “Pitfall” è così curata che, la stessa azione di riempire una borraccia, richiede gesti molto simili alle azioni originali.
L’esplorazione della Giungla Peruviana necessita di grande spirito e coraggio; ogni errore costerà punti energia, recuperabili bevendo da fonti particolari sparsi per i territori inesplorati. Per ovviare alla necessità di avere sempre a portata di mano un pò del liquido speciale, è sufficiente riempire la borraccia. Tra l’equipaggiamento del perfetto avventuriero si annoverano anche una fionda, della dinamite ed una fiaccola.
I combattimenti contro varie creature sono d’obbligo e possono esser affrontati con diversi colpi frutto dell’unione di più combo tra la pressione dei tasti e il movimento del wiimote. Harry, è anche in grado di chiudersi su se stesso a forma di palla e rotolare per superare le sfide proposte dalla giungla.
Il titolo è discretamente fluido; tuttavia, spesso, la gestione della telecamera associata alla necessità di eseguire i salti in maniera eccellente e millimetrica, spezzano una dinamicità piacevole e divertente.
In un titolo appartenente alla collana “fun4all” ci si attende una maggiore complicità tra giocatore e controlli: la curva di apprendimento non è ripida e la difficoltà è risibile per un giocatore navigato, ma i giocatori occasionali (soprattutto per chi è a digiuno da sempre di videogiochi) dovranno applicarsi non senza qualche difficoltà per sopravvivere ai pericoli della Giungla.
Grafica e Sonoro
Il comparto grafico si rivela più che sufficiente con animazioni ben riuscite e dallo stile molto personale anche se la loro complessità è ridotta allo stretto essenziale. I livelli risultano piuttosto curati nell’aspetto estetico; tuttavia, spesso, costringono a percorrere le stesse vie nel tentativo di acquisire del nuovo equipaggiamento o sbloccare nuove aree. Gli effetti di luce lasciano un pò a desiderare, ma non minano pesantemente il risultato visivo. La fisica è gestita egregiamente dal famoso motore Havok ed è utilizzata soprattutto per gestire le ingegnose trappole.
Discorso differente è per il sonoro, ricco ed immersivo, adatto ad esprimere gli intenti del titolo. Il doppiaggio in italiano è soddisfacente e si distingue tra le altre pessime produzioni del mondo videoludico.