Ma è tutto vero?
Ogni volta che io penso che esista una branca di studi sui videogiochi quali sono i game studies continuo a chiedermi, incessantemente, se io non stia dormendo da diversi anni e non stia vivendo in un interminabile sogno… Ho sempre pensato per molti anni che una cosa apparentemente frivola come il videogioco non potesse offrirmi nulla di più che del divertimento : ho avuto molto tempo per rendermi conto di questo mio errore, di questo mio giudizio superficiale, ma ho sempre pensato di essere uno dei pochi ad associare il gioco a questo qualcosa di più… Ultimamente, però, i n Italia si stanno definendo molte incredibili realtà che stanno rivedendo il medium “videogioco” da molteplici aspetti e quando mi è stato detto che una di queste realtà stava prendendo forma proprio nella città dove studio e a qualche metro dalla mia università, beh, è stato difficile evitare di prendervi gioiosamente parte. E’ nato l’Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna , è nato il primo luogo in italia dove il gioco diventa cultura degna di essere preservata…
Allora non sono l’unico a pensarla così…
Prima ancora della conferenza stampa ho avuto la fortuna di conoscere Andrea Dresseno, ideatore e curatore del progetto , e ho scoperto che la volontà nata da una passione può davvero portare a qualcosa di più maestoso e imponente… La conferenza stampa di presentazione dell’Archivio Videoludico si è svolta Mercoledì 18 Marzo nella Biblioteca Renzo Renzi, all’interno della Cineteca di Bologna. Durante la conferenza sono intervenuti diversi responsabili e docenti: nell’ordine hanno espresso la loro opinione sul progetto: Gian Luca Farinelli , direttore della Cineteca di Bologna; Angelo Guglielmi , assessore alla cultura e rapporti con l’Università del Comune di Bologna; Thalita Malagò , Segretario Generale AEVSI (Associazione Editoria Software Videoludico Italiana); Patrizia Violi , direttrice del Dipartimento di Discipline della Comunicazione dell’Università di Bologna; Guglielmo Pescatore , docente di Semiotica dei media del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna. Da ultimo ha parlato il già citato Andrea Dresseno . Farinelli , come direttore della Cineteca, ha voluto esprimere la sua gioia per questo progetto, considerandolo una vittoria; i primi anni della produzione videoludica, ormai, sembrano davvero parte reale di quello che potrebbe essere il contenuto di una cineteca, e che questo archivio non vuole essere semplicemente essere un polveroso archivio ma una struttura capace di costruirci sopra un discorso più complesso: il progetto è un reale progetto di condivisione. L’assessore Guglielmi si accoda al direttore nelle congratulazioni e nella soddisfazione, definendo la presenza di nuovi volti e progetti come un passo davvero importante. Thalita Malagò definisce l’archivio come un “progetto pioniere” in Italia: lei e la sua associazione, nel rappresentare questo medium in continua crescita, sono molto felici di poter finalmente osservare come lo stereotipo del videogiocatore visto come “il giovane consumatore con competenze tecnologiche” sia stato finalmente sfatato; il videogioco finalmente diventa strumento importante e l’archivio si presenta come un luogo dall’interessante chiave interpretativa. Patrizia Violi difende il videogioco etichettandolo come una nuova forma di socialità, ben oltre ogni possibile frivolezza; la parola “archivio” potrebbe suonare strana applicata a un videogioco, in quanto potrebbe meglio affiancarsi a un qualcosa di più museale: questo coraggioso esperimento, però, potrebbe rivelarsi in futuro come la base di sviluppo di vari altri progetti, e per questo va elogiato. Guglielmo Pescatore definisce l’Archivio come un progetto di grande interesse: molti sono dell’idea che i nuovi media abbiano ucciso i nuovi media, ma non è così; tra i vari medium, cinema e videogioco, c’è un forte contagio, e si vogliono creare reti di ricerca, coinvolgimento e riflessione culturale. Da ultimo Andrea Dresseno , soddisfatto del suo progetto, vede il suo archivio come speranzoso punto di partenza di un insieme di eventi. Tutte queste persone hanno visto qualcosa in più nel videogioco, pur non essendo tutti immediatamente giocatori: loro sono testimonianza del fatto che per capire che il videogioco è qualcosa che va oltre il semplice divertimento non è necessario essere videogiocatori spasmodici. Basta amare il videogioco. Forse non è una cosa facile per tutti, è vero. Ma si può fare. Questo archivio e queste testimonianze ne sono la dimostrazione.
Concretamente Archivio
L’archivio, fin dalla sua primissima apertura, possiede un esorbitante numero di console, recuperate da tutte le epoche videoludiche, dall’Atari 2600 fino alla Playstation 3: ogni console possiede un vasto corredo di giochi, in continuo sviluppo grazie ad acquisti mirati, offerte degli sviluppatori e donazioni di giocatori e utenti. Fin dalla sua apertura ufficiale, avvenuta il 23 Marzo, l’archivio ha a disposizione più di 800 titoli , che vanno a fornire una libreria completissima e in costante aggiornamento! L’archivio è aperto a tutti gratuitamente, come fosse una vera biblioteca, per la “consultazione” interna, per quanto alcune console (soprattutto quelle più datate) siano fruibili solo per motivi di ricerca o studio o mediante appositi permessi. Oltre al servizio di consultazione, l’Archivio organizza diversi eventi: i l primo di questi è “Cinema che contamina”, una rassegna cinematografica che mette a confronto alcuni famose pellicole con alcuni titoli nati proprio sulle orme di questi film; tra i primi esempi “Bioshock” e “Blade Runner” o “Dead Rising” e “La Notte Dei Morti Viventi”. Ogni incontro sarà moderato da esperti che introdurranno film e gioco in uno sposalizio di culture ma visto prima.
Conclusioni
L’Archivio Videoludico è un gesto d’amore verso il videogioco, il riconoscerlo materialmente come oggetto culturale fino al volerne raccogliere in un unico luogo e renderlo fruibile a chiunque sia interessato. Un progetto da sostenere, un progetto da stimare: un progetto testimonianza della volontà di fare continui passi avanti in una storia, quella del videogioco, in continua evoluzione, e spesso troppo bistrattata.