Il tramonto è ormai prossimo e le ombre prendono vita nel castello diroccato. Le malefiche creature che albergano in questi luoghi, da giorni ormai si cibano delle carni dei poveri abitanti dei villaggi circostanti. E’ ormai prossima l’ora in cui riprenderanno vita per organizzare un nuovo banchetto notturno. Il Witcher osserva gli ultimi raggi solari con espressione dura, conscio che presto avrà modo di affrontare i peggiori incubi partoriti dall’animo umano. Solo grazie alla sua approfondita conoscenza della spada, dell’alchimia e della magia; alla sua forza e velocità sovraumane, frutto di duri allenamenti e pozioni mutagene, egli si sente in grado di affrontare il Male di queste terre. Un comune mortale non avrebbe alcuna speranza di sopravvivere un’esistenza votata alla distruzione dei mostri; ma tutto questo ha un prezzo: la sterilità e l’esser considerati dei reietti della società paragonabili agli stessi orrori di cui egli è cacciatore. L’ultimo raggio di luce abbandona il cielo, giocando per pochi istanti con la lama d’argento impugnata dal Witcher. Una smorfia di dolore si dipinge sul suo viso mentre nelle vene inizia a prender vita l’effetto della pozione mutagene ingerita, unica vera compagna nella prossima battaglia tra la vita e la morte.
La Danza della Spada ha inizio.
The Witcher è un gioco di ruolo prodotto dalla CD Projekt RED STUDIO ambientato in un mondo fantasy frutto della fantasia di Andrzej Sapkowski. La trama narra le gesta di Geralt di Rivia, protagonista anche dei numerosi libri fantasy dedicati a questa ambientazione. Geralt è un cacciatore di mostri che si è volontariamente sottoposto ad una serie di impegnativi allenamenti e riti, mutando il proprio corpo per poter far affidamento su una forza, una capacità di riflessi e movimento, superiori a quelli di un qualunque essere umano. Nei capitoli in cui si suddivide l’avventura del videogioco, Geralt inizia le sue gesta senza ricordare nulla delle sue leggendarie abilità e avventure: un’esperienza traumatica sembra aver avuto luogo e viene rinvenuto febbricitante e spaventato dopo un lungo periodo di assenza in cui viene addirittura creduto morto. Egli non ha coscienza della causa della sua misteriosa perdita di memoria e solo grazie alle vicende vissute e all’assistenza degli amici, è in grado di ricostruire lentamente il suo passato. Mentre si riposa nel vecchio castello diroccato, ultima fortezza in cui i Witcher vivono ed allenano le future generazioni di cacciatori di mostri, si ritrova a dover combattere per difendere la sua casa e i suoi compagni dall’assalto di un manipolo di cacciatori di taglie. Ma lo scontro nasconde segreti e pericoli ben più subdoli ed articolati di quanto si possa credere….
Gameplay
The Witcher è un gioco di ruolo 3d, con visuale isometrica, a volo d’uccello o in terza persona. La trama rispetta fedelmente l’ambientazione dell’omonima saga proponendo un mondo gotico e adulto, non indicato per un pubblico troppo giovane o incapace di cogliere le giuste sfumature. In effetti è sempre molto difficile porre una linea di demarcazione tra il Bene e il Male nel mondo di the Witcher. Questa particolarità si riflette nelle numerose scelte morali a cui il personaggio, e di riflesso lo stesso giocatore, andranno incontro; ciascuna di queste scelte lascerà un segno indelebile sullo svolgersi della vicenda raccontata e spesso, dopo diverse ore di gioco, si potrà assistere alle conseguenze delle proprie azioni. La longevità del titolo quindi, non può che essere assicurata e permettere a chiunque di rigiocare per intero un capitolo con lo scopo di osservare quali potrebbero esser state le conseguenze nel caso avesse fatto scelte differenti. Tutti i protagonisti dell’ambientazione di The Witcher, siano essi una corporazione mercantile, un gruppo di ladri, un semplice villaggio o le guardie cittadine, sono intimamente legati tra loro. Questo significa che ad ogni scelta, il giocatore non si limiterà a cambiare il comportamento di un singolo personaggio, ma influenzerà, in maniera differente, anche i rimanenti attori. In questo modo il giocatore si sente parte integrante della narrazione e viene, a tutti gli effetti, catapultato in prima linea anche durante dei semplici dialoghi. Gli scontri e i movimenti possono esser gestiti sia attraverso la classica combinazione mouse + tastiera insegnataci dai classici del genere come Baldur’s Gate e Neverwinter Nights, sia con uno schema di comandi che richiama gli sparatutto in prima persona. Sebbene non sia richiesta alcuna creazione e personalizzazione del personaggio principale, lo schema di gioco proposto è un classico: il giocatore deve esplorare le aree a cui ha accesso, seguendo la trama principale e, a sua discrezione, risolvendo le numerose quest secondarie proposte dai personaggi non giocanti. Al completamento di ogni missione, e all’uccisione dei mostri, Geralt riceve dell’esperienza; raggiunto il limite necessario per passare di livello avrà modo di accedere alla pagina delle abilità del personaggio sbloccando quelle più in sintonia con il proprio stile di gioco. Molto particolare è la totale assenza di caratteristiche fisiche e/o psicologiche; gli scontri infatti sono semplicemente frutto dell’abile alchimia tra l’uso delle pozioni mutagene, della posizione del personaggio nello scontro e dello stile di combattimento adottato. Infatti Geralt, come è d’obbligo per ogni Witcher che si rispetti, possiede due spade: una con la lama d’acciaio usata per affrontare gli umani e una con la lama d’argento per uccidere le orride creature che popolano il suo mondo. Ad ogni tipo di lama sono associati tre stili differenti: uno basato sulla forza bruta, uno basato sull’agilità e sulla velocità degli affondi e uno in grado di colpire più avversari roteando la lama con grazia attorno al personaggio. Al passaggio del livello sarà compito del giocatore decidere come personalizzare i singoli stili offerti dal gioco o quali nuove abilità apprendere. Oltre alla narrazione e al combattimento, si affiancano una serie di mini giochi, in grado di spezzare la partita e smorzare i toni cupi di cui si dipinge l’ambientazione. Scazzottate e partite a dadi diventano quindi dei divertenti siparietti con cui riuscire ad accumulare qualche moneta in più e poter acquistare del nuovo equipaggiamento.
Grafica e Audio
Il motore grafico usato per dar vita al mondo di The Witcher, è il famoso Aurora Engine della Bioware ( visto in azione nel primo Neverwinter Nights ) pesantemente modificato per utilizzare effetti grafici di ultima generazione. Prima della patch 1.4 era incompleto, presentava caricamenti troppo lunghi e continui crash, rendendo l’esperienza videoludica una vera tortura. Tuttavia, aggiornando il gioco, si ha in mano un prodotto finito di alta qualità. Al sonoro non manca nulla e riesce perfettamente nell’intento di coinvolgere il giocatore in un grigio cupo mondo alla mercè di orribili creature.
Considerazioni Finali
The Witcher è uscito sugli scaffali dei nostri negozi di fiducia già da diverso tempo.
La versione Enhaced ( liberamente scaricabile dal sito ufficiale per tutti i possessori della vecchia copia del videogioco ) propone tuttavia una serie di novità davvero apprezzabili. Innanzitutto, i tempi di caricamento delle aree sono sensibilmente ridotti migliorando le prestazioni di circa l’80%; i numerosi crash e i bachi che affliggevano le versioni precedenti, sembrano esser del tutto scomparsi garantendo un’esperienza piacevole e fluida. Sono stati inseriti nuovi modelli per diversificare i personaggi non giocanti che popolavano le aree e le stesse conversazioni hanno subito un completo restyling per dare la sensazione di maggiore naturalezza. Anche le animazioni sono state rivedute e corrette, così come, nei dialoghi, la sincronia tra il parlato e le labbra dei personaggi. A tutto questo si aggiungono due nuove avventure e un editor in grado di permettere a chiunque di creare la propria Campagna di avventure nel mondo di The Witcher. L’unica vera pecca della versione Enhanced (presente anche nella versione originale) in grado di far storcere il naso, rimane la triste modalità con cui Geralt ha accesso alle attenzioni del mondo femminile. Egli infatti può acquisire “carte collezionabili” su cui sono raffigurate le sue conquiste vagamente svestiste; non vi aspettate le romantiche storie d’amore a cui ci hanno abituato la saga di Baldur’s Gate; avrete semplicemente modo di accettare o meno le immediate lusinghe del popolo femminile. The Witcher garantisce oltre 80 ore di gioco, di cui 50 per completare la trama principale e le rimanenti 30 per seguire le numerose quest secondarie.
Detto questo, che fate ancora lì impalati, se vi piacciono i giochi di ruolo, andate a comprarlo! Non ne rimarrete affatto delusi.